L’Aquila, cantiere infinito
Sono trascorsi undici anni dal terremoto che devastò L’Aquila. E quando si dice, retoricamente, “città ferita”, il capoluogo dell’Abruzzo ne rappresenta perfettamente il concetto. Non dico della zona rossa, inaccessibile per la maggior parte delle persone, ma dell’intera città che appare, al turista, un cantiere infinito, un insieme di impalcature che segnano quasi ogni strada e ogni edificio storico. Quello che è accaduto ha lasciato, appunto, ferite gravi e meno gravi, e una sensazione generale di provvisorio. Non è facile fotografare L’Aquila, non è facile trovare un’immagine che la rappresenti perché, nell’immaginario, anche nel proprio, l’unica idea che viene in mente è quella del terremoto. E così è finita che ho scattato le solite foto. A modo mio, s’intende.