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Noi italiani ci riteniamo felici? Neppure troppo, le classifiche non mentono (ma a volte sì)

Da oltre un decennio, i ricercatori dietro il World Happiness Report (Rapporto Mondiale sulla Felicità) cercano di codificare una scala comparativa per il benessere ed evidenziare i luoghi dove questo fiorisce. I fattori chiave esaminati includono: benessere materiale, condivisione dei pasti, donazioni agli altri e aiuto agli sconosciuti. “Siamo creature molto sociali e le azioni che aiutano a favorire le connessioni con gli altri hanno molte probabilità di offrirci felicità”, ha detto Lara Aknin, professoressa di psicologia sociale alla Simon Fraser University. Così ci spiega il Washington Post in una doppia pagina pubblicata l’altro ieri. E andando a curiosare sul sito del World Happiness Report scopriamo che purtroppo l’Italia è solo in 40esima posizione. Il che significa che – per citare alcuni Paesi – Romania, Francia, Spagna, Messico e Belgio si ritengono più felici di quanto pensiamo noi di essere.

L’Italia si colloca a metà classifica tra i Paesi europei nel World Happiness Report, con un valore di soddisfazione della vita intorno a 6,3–6,4 su 10, quindi non tra i migliori ma neppure tra i peggiori. Risulta dietro alla gran parte dell’Europa occidentale e nordica, ma sopra diversi Paesi dell’Europa sud‑orientale e orientale.

Classifica dei Paesi europei (valori di felicità)

Prendendo i dati più recenti del World Happiness Report e considerando i Paesi geografici europei, il quadro sintetico è questo: i primi posti sono occupati dai Paesi nordici (Finlandia, Danimarca, Islanda, Svezia, Paesi Bassi, Norvegia, Lussemburgo, Svizzera), tutti con punteggi tra circa 7,1 e 7,8.
Subito dopo vengono Austria, Belgio, Irlanda, Germania, Francia e altri Paesi dell’Europa centrale e baltica (come Lituania, Cechia, Slovenia), con valori compresi tra circa 6,6 e 7,0.

Nella fascia medio‑alta, ma sotto i grandi Paesi “core”, si trovano Romania, Estonia, Polonia, Spagna, Serbia, Malta, con punteggi intorno a 6,4–6,5.
L’Italia rientra nella fascia medio‑intermedia europea, con un punteggio intorno a 6,3–6,4, vicina a Spagna, Malta e leggermente sopra a Paesi come Slovacchia, Lettonia, Portogallo, Grecia, Croazia, Bulgaria, Ucraina.

Posizione specifica dell’Italia

Nei dati più recenti l’Italia è intorno al 39°–41° posto nel mondo, con un punteggio di circa 6,4 su 10, e si colloca grossomodo nel terzo medio della graduatoria europea.
Ciò significa che è significativamente meno “felice” dei Paesi nordici e di molti Paesi dell’Europa centro‑settentrionale, ma sopra una parte consistente dei Paesi balcanici e dell’Europa orientale.

Rispetto alla media mondiale, l’Italia è comunque sopra la media (che è intorno a 5,5–5,6), mentre rispetto alla media europea è leggermente sotto (media europea ≈ 6,4–6,5).

I singoli elementi del World Happiness Report

Il punteggio complessivo è costruito combinando diverse dimensioni: reddito/prodotto interno lordo pro capite, supporto sociale, aspettativa di vita in buona salute, libertà di scelta di vita, generosità (donazioni/comportamenti prosociali) e percezione della corruzione, oltre a indicatori di benessere mentale e fiducia nelle istituzioni.
In genere, l’Italia ha performance relativamente buone su reddito e speranza di vita, ma più deboli su fiducia nelle istituzioni, percezione della corruzione e alcuni aspetti di supporto sociale e benessere soggettivo rispetto ai Paesi nordici.

Rispetto ai Paesi europei più felici, le aree “forti” italiane sono: salute (alta aspettativa di vita), patrimonio culturale e qualità di alcuni servizi di welfare; le aree “deboli” sono: fiducia verso governo e istituzioni, percezione della corruzione, e un senso di sicurezza e stabilità economica meno elevato che in Nord Europa.

Italia: buona o cattiva posizione per ciascun elemento

Se si semplifica in tre fasce (alta, media, bassa all’interno dell’Europa), si può riassumere così per l’Italia:

  • Reddito e livello di vita materiale: fascia medio‑alta europea (sotto i Paesi nordici e centro‑nordici più ricchi, sopra buona parte di est e sud‑est).
  • Salute/aspettativa di vita: fascia alta, con valori tra i migliori in Europa per longevità, anche se il benessere psicologico non è ai vertici.
  • Supporto sociale: fascia media; la rete familiare è forte, ma i sistemi di supporto formale e la percezione di aiuto da parte delle istituzioni sono inferiori ai Paesi nordici.
  • Libertà di scelta di vita: fascia medio‑alta; buona libertà personale e civile, ma vincoli economici e precarietà riducono la percezione di controllo sulla propria vita rispetto al Nord Europa.
  • Generosità/comportamenti prosociali: fascia media; non ai livelli record di alcuni Paesi anglosassoni o nordici, ma nemmeno tra i più bassi.
  • Percezione della corruzione e fiducia nelle istituzioni: fascia bassa rispetto al resto dell’Europa occidentale, più vicina in questo ad alcuni Paesi dell’Europa meridionale e orientale.

In sintesi, la posizione dell’Italia non è “catastrofica” ma è strutturalmente inferiore ai Paesi europei di punta: sta abbastanza bene su reddito e salute, ma paga molto in termini di fiducia, qualità percepita delle istituzioni e stabilità/ottimismo soggettivo, che sono proprio gli elementi che spingono in alto i Paesi nordici nella classifica della felicità