Case di Comunità e verifiche terze, Asst Pavia vieta i controlli all’Istituto Mario Negri

L’Istituto Mario Negri, che non è esattamente un covo di pericolosi comunisti bensì una fondazione milanese no profit per la ricerca, la formazione e l’informazione sulle scienze biomediche nata nel 1963, che ha svolto un monitoraggio sulla situazione delle Case di Comunità in Italia. Su Il Fatto Quotidiano si racconta come le verifiche svolte da 25 volontari all’inizio furono accolte tranquillamente dalle strutture, ma all’emergere dei primi dati, tutto fu reso più complicato e burocratico dalle Asst come a voler nascondere qualcosa. Le verifiche furono svolte anche in Lombardia, la regione messa meglio con 142 progetti su 204 portati a termine. Con qualche problema, però, che i volontari stavano accertando. Si legge nell’articolo: “l Punto Unico di Accesso? Aperto 8 ore su 24 solo nel 14% dei casi. I medici di medicina generale – il cuore della riforma – sono i “grandi assenti”: si ritrovano in meno del 40% delle strutture. La maggior parte delle Case di Comunità non sono nuove strutture. Sono vecchi poliambulatori riclassificati nei database dove nulla è cambiato, se non il nome sulla carta intestata”.
E arriviamo a Pavia. Se nelle altre Asst, pur mettendo degli ostacoli (perché mai?, viene da chiedersi), l’accesso all’Istituto Mario Negri era stato concesso, in tre Aziende Sanitarie era accaduto l’impensabile:
“Intere aree si sono completamente sottratte al controllo. Tre Asst su 27 – Pavia, Rhodense, Valle Olona – non hanno autorizzato alcuna verifica in loco, pur rappresentando 1,5 milioni di abitanti, il 15% della popolazione”.
