Autovelox, la Cassazione “salva” ancora chi corre con l’auto (e rischia di ammazzare gente)

La prima riflessione è la seguente: chi se ne importa se l’autovelox è omologato o meno. Poiché rileva la velocità giusta, se l’hai superata ti becchi la multa e stai zitto. Anche perché il limite di velocità, nella stragrande maggioranza dei casi, è a protezione di pedoni e ciclisti. E la storia dell’autovelox “per fare cassa”, è vera solo in piccolissima parte. Basta rispettare le regole, e nessuno fa cassa (non si capisce, per esempio, per quale ragione si debbano superare i 130 km l’ora in autostrada e i 50 km l’ora in città: se qualcuno riesce a giustificarlo, me lo faccia sapere). Fine del pistolotto. E chissenefrega se si muore sulle strade. E buone notizie per chi non rispetta i limiti di velocità. Dal 1° dicembre, infatti, sono valide solo le multe rilevate dagli apparecchi inseriti nella piattaforma del Mit. Resta il nodo omologazione: a oggi i misuratori sono solo approvati. Ma anche qui la Cassazione viene in aiuto di quelli che attraversano il centro storico a 80 km l’ora: la Corte di Cassazione – ricorda un articolo del Sole 24 Ore, torna a ribadire il suo orientamento sul tema. Ossia che non è sufficiente l’approvazione degli autovelox per accertare validamente il superamento dei limiti di velocità, ma è necessaria l’omologazione degli apparecchi stessi. Con l’ordinanza 26521/25 pubblicata il 1° ottobre 2025, la Cassazione ha confermato il principio consolidato quasi 18 mesi fa con l’ordinanza 10505 del 18 aprile 2024 che ha segnato un punto di svolta per i ricorsi degli automobilisti. Per essere considerato a norma, e quindi per poter legittimamente sanzionare gli eccessi di velocità, un dispositivo di rilevamento elettronico deve essere omologato.
Della vicenda se n’era occupata La Provincia Pavese, con un articolo di Sandro Barberis: “Abbiamo decine e decine di ricorsi pendenti, sia multe prese dai velox dalla Provincia di Pavia sia dai Comuni – spiegava Cristiano Maccabruni, referente pavese di Federconsumatori -. Le ultime sentenze non fanno che aumentare le richieste di ricorso». Un vero e proprio caos normativo. Al punti che l’Anci, l’associazione dei Comuni ed enti locali, tramite il responsabile viabilità parla di «vuoto normativo, qualcuno abbia il coraggio di dire che vanno spenti tutti gli autovelox in Italia». Solo in provincia di Pavia ci sono, tra Comuni e Provincia, 17 postazioni fisse. La stima è di oltre 60mila multe all’anno. Un conto da quasi 10 milioni di euro ogni anno. Sulla pagina istituzionale della Provincia di Pavia, ad esempio, sono allegate tutte le ordinanze per la collocazione dei velox. Ed anche i certificati di approvazione, ma non le omologazioni. Lo stesso vale anche per la pagine istituzionali di Comuni dotati di velox fissi. «Abbiamo chiesto già in diversi ricorsi i verbali di omologazione, ma non abbiamo ricevuto risposte – aggiunge Maccabruni -. Se dopo 60 giorni la prefettura o l’ente titolare del velox non rispondono, la multa decade in automatico. È già successo in molti casi» .”.
