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L’intervista che non fa male a nessuno

La storia completa la potete leggere più avanti, in una sintesi del comunicato dell’Fnsi, la Federazione nazionale stampa italiana. Ma in poche parole: il governo presenta la bozza di legge di bilancio, sono presenti i (bravissimi, lo sappiamo tutti) giornalisti del Sole 24 Ore, ma l’intervista alla premier sui conti italiani la fanno fare a Maria Latella, collaboratrice esterna, non proprio specializzata in economia. Lo decide il direttore, non vogliamo credere su pressione della Meloni, immaginiamo per essere più realista del re. Insomma, un modo per non mettere davanti alla premier un giornalista che di conti e di leggi di bilancio magari ne sa persino più di lei. Morale, i giornalisti (giustamente) scioperano, ma il direttore fa uscire il quotidiano lo stesso. I giornalisti ri-scioperano. D’altro canto per libertà di stampa l’Italia è ventesima su 27 in Unione europea, ultimi tra gli Stati fondatori: la classifica 2025 di Reporter senza frontiere certifica appunto un ulteriore arretramento della libertà di stampa in Italia, che si attesta al 49esimo posto a livello globale perdendo tre posizioni rispetto all’anno scorso e otto rispetto a quello precedente. Credetemi, tenetevi ben stretti la Provincia Pavese. A seguire, la nota della Fnsi.

La segretaria generale Alessandra Costante: «Penso che neppure la presidente del Consiglio avrebbe voluto vedere la sua intervista uscire in un’edizione del quotidiano che fa carta straccia di tutti i fondamentali dell’informazione libera e democratica». Il Cdr: «Dalla direzione grave azione anti-sindacale». A sostegno dei colleghi anche l’Usigrai e i Comitati di redazione de La Sicilia, Repubblica, Domani e Secolo XIX. Il presidente della Federazione della Stampa, Vittorio di Trapani: «Da direttore ed editore atteggiamento che richiama i padroni anni ’50, quelli pre-Statuto dei lavoratori». La solidarietà di Assostampa Sarda, Sigim, Sindacato giornalisti Veneto, Associazione Ligure dei giornalisti, Asva, Assostampa Basilicata e Asu.

Oggi, sabato 18 ottobre 2025, il Sole 24 ore è in edicola con sole 20 pagine, quasi tutte “fredde” e con un’intervista alla premier Giorgia Meloni fatta da una giornalista esterna. Un giornale realizzato senza la redazione, che ieri ha proclamato all’unanimità uno sciopero proprio perché l’intervista a Meloni è stata decisa improvvisamente dalla direzione, a scapito di colleghi interni che erano andati alla conferenza stampa di Palazzo Chigi sulla manovra. Il Cdr e la redazione hanno stigmatizzato la deriva che vede gli intervistati scegliersi gli intervistatori.

La Federazione nazionale della Stampa, l’Associazione Lombarda dei giornalisti e l’Associazione Stampa Romana sono a fianco dei colleghi del Sole 24 Ore e ribadiscono che fare uscire il quotidiano malgrado lo sciopero compatto della redazione è un atto grave e inaccettabile. Oggi, la battaglia dei giornalisti del Sole 24 Ore è una battaglia di tutti in difesa del giornalismo. Editori e direttori non possono usare i giornalisti a loro piacimento, scavalcandoli quando il diktat è utilizzare un intervistatore gradito.

«L’edizione del Sole 24 ore in edicola oggi nonostante lo sciopero proclamato dalla redazione – commenta Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi – scrive una pagina nera nella storia di uno dei quotidiani più importanti del Paese. Non solo: infanga e sminuisce l’altissima professionalità dei colleghi che ci lavorano. Lo sciopero indetto dal Cdr è a difesa della dignità del giornalismo professionale, della qualità dell’informazione e della sua indipendenza. Penso – conclude Costante – che neppure la presidente del Consiglio avrebbe voluto vedere la sua intervista uscire in un’edizione del Sole che fa carta straccia di tutti i fondamentali dell’informazione libera e democratica».

Sulla questione interviene anche il Cdr del Sole 24 Ore con una nota pubblicata in apertura del sito del giornale, in cui si ricorda che oggi il sito web non sarà aggiornato e per le 16 è convocata una nuova assemblea dei giornalisti: «Le giornaliste e i giornalisti del Sole 24 Ore sono in sciopero e denunciano la grave azione anti-sindacale compiuta dalla direzione che ha comunque fatto uscire in edicola il quotidiano, seppure in forma ridotta, in opposizione a quanto deliberato all’unanimità dall’assemblea».

Il Cdr prosegue: «L’agitazione interviene a tutela delle professionalità della redazione. Venerdì 17 ottobre, giorno di approvazione della legge di bilancio in Consiglio dei ministri, infatti, è improvvisamente comparsa sulle pagine del giornale un’intervista alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni scritta da una collaboratrice esterna. Vicenda che si era già verificata in passato e che avevamo stigmatizzato con uno sciopero delle firme. Episodi analoghi, in altri campi, accadono anche con altri interlocutori. In questo modo – conclude la nota – si approda a una deriva distopica nella quale gli intervistati si scelgono gli intervistatori con il beneplacito del direttore».