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    Caccia ai sospetti grazie all’intelligenza artificiale (negli Usa ma anche in Italia)

    L’articolo del Washington Post che racconta l’uso dell’Ai

    Nei vecchi romanzi gialli, c’era sempre il disegnatore, quello che sulla base delle descrizioni dei testimoni di un fatto, costruiva l’identikit del possibile responsabile. Ora, l’intelligenza artificiale, almeno negli Usa, ha soppiantato il disegnatore. In un articolo del Washington Post si racconta infatti che il dipartimento di polizia di Goodyear (Arizona) ha iniziato a usare immagini generate con l’AI, basato sulle descrizioni di vittime e testimonianze, al posto dei classici identikit disegnati a mano. Le immagini sono create inserendo in un modello di AI la descrizione del sospetto e poi modificando il risultato con l’aiuto del testimone, fino a ottenere un volto ritenuto somigliante.​ Il responsabile di queste immagini, Mike Bonesara, spiega che la tecnica è nata dopo un caso di sparatoria e che secondo lui i ritratti AI sono più realistici e colpiscono di più l’attenzione del pubblico rispetto agli schizzi tradizionali. In alcuni casi le immagini diffuse hanno portato a numerose segnalazioni e ad arresti, per esempio in un rapimento tentato e in un’aggressione.​ Diversi esperti, però, sollevano dubbi: non esistono ancora regole chiare su come usare questi ritratti ai fini investigativi o processuali, la tecnologia potrebbe introdurre nuovi errori e distorsioni, e in tribunale è più difficile interrogare l’attendibilità di un algoritmo che di un disegnatore umano. Alcuni sottolineano che anche i vecchi identikit basati solo sulla memoria delle testimonianze sono poco affidabili e che l’uso dell’AI rischia di amplificare questi limiti, pur mantenendo un forte impatto mediatico.

    Anche in Italia la polizia di Stato sta utilizzando l’intelligenza artificiale per l’identificazione dei sospetti autori di reati. Il sistema è diverso da quello adottato negli Stati Uniti: infatti utilizza un sistema chiamato SARI (Sistema Automatico di Riconoscimento delle Immagini), che sfrutta algoritmi di intelligenza artificiale per il riconoscimento e l’identificazione facciale a fini investigativi. Questo sistema non “ricostruisce” i volti da zero, ma li confronta con un vasto database di immagini esistenti. Poi c’è sempre il vecchio passamontagna…

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    Sicurezza informatica, Pavia come al solito sta peggio della media nazionale

    Pavia messa male per la cyber security (foto da Ai)

    I dati della ricerca pubblicata da I-Com mostrano un’Italia a due facce: da un lato in ottima posizione (rispetto alla media europea) sulla creazione delle reti, quindi sul fronte infrastrutturale; dall’altro, molto ma molto indietro sulla digitalizzazione, in particolare delle piccole e medie imprese. Sul terreno delle competenze digitali e della digitalizzazione delle imprese – sintetizza un articolo de La Repubblica – il ritardo diventa macroscopico. Il report calcola che, agli attuali ritmi, l’Italia raggiungerà il target europeo di PMI digitalizzate solo nel 2152 e quello sulle competenze digitali di base nel 2481: una distanza che fotografa con chiarezza la sfida ancora aperta. Oggi solo il 27,2% delle imprese italiane è pienamente digitalizzato (contro una media UE del 34,3%) e appena il 17,9% offre corsi di formazione ICT ai propri dipendenti. Gli specialisti ICT rappresentano il 4% dell’occupazione totale, la metà dell’obiettivo europeo. Nel frattempo, la popolazione procede a passo lentissimo: appena +0,2% nel 2024 per le competenze di base, segno che il Paese non ha ancora trovato la chiave per trasformare l’offerta tecnologica in capacità diffusa”.

    Sicurezza informatica

    Anche sul fronte della protezione dei dati digitali, che a volte sono fondamentali per le aziende, persino per la loro sopravvivenza, l’Italia e la provincia di Pavia hanno i loro problemi. Questo dato emerge leggendo il Rapporto Nazionale PID Cyber Check 2025. Ecco i dati che riguardano la provincia di Pavia:

    • Numero aziende coinvolte: 2.928 imprese italiane hanno partecipato all’indagine, incluse numerose PMI di Pavia e Lombardia.
    • Settori e tecnologie diffuse a Pavia:
      • Maggioranza di PMI, spesso attive in manifattura, servizi, commercio e filiera sanitaria.
      • Alta penetrazione di dispositivi IoT, server aziendali e utilizzo di servizi cloud.
    • Misure di sicurezza e consapevolezza:
      • Solo il ~38% delle aziende pavesi dichiara di avere politiche di sicurezza formalmente definite.
      • Solo il 17% possiede un responsabile ufficiale della sicurezza informatica (molto inferiore alla media nazionale del 25%).
      • Il 52% delle aziende si affida a backup periodici (in linea col dato regionale), ma solo il 32% effettua test periodici dei backup stessi.
    • Gestione password e accessi:
      • Solo una minoranza usa autenticazione a due fattori (18%).
      • Le politiche di gestione password sono spesso deboli: solo il 27% adotta l’obbligo di cambio regolare e complessità minima.
    • Aggiornamento sistemi:
      • Il 44% delle aziende aggiorna software e sistemi “solo quando necessario” invece che sistematicamente, aumento del rischio exploit.
    • Incidenti più frequenti:
      • In Pavia, le tipologie principali di attacco dichiarate sono phishing/social engineeringmalware e violazioni su dispositivi IoT come telecamere e centraline.

    Confronto dati statistici: Pavia vs media nazionale

    IndicatoreProvincia di PaviaMedia nazionale (PMI)
    Aziende con policy formali di sicurezza~38%49%
    Responsabile ufficiale IT Security17%25%
    Backup regolari52%54%
    Test periodici dei backup32%41%
    Autenticazione a due fattori (2FA)18%28%
    Gestione password avanzata27%35%
    Aggiornamento sistematico sistemi56% aggiornano regolarmente67% aggiornano regolarmente
    Incidenti segnalati (ultimi 12 mesi)Phishing, malware, IoTPhishing, malware, ransomware
    • Le aziende di Pavia sono sotto la media nazionale per quasi tutti gli aspetti di sicurezza organizzativa e tecnica: meno policy formali, meno referenti IT, meno procedure per password e per backup avanzato.
    • L’adozione di misure tecniche quali 2FA e la gestione password avanzata è sensibilmente più bassa rispetto al quadro nazionale.