Arte
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La villa Moretti (quelli della birra)
Nel viaggiare in provincia di Udine, questa estate ci siamo imbattuti in questo splendido e affascinante edificio, villa Moretti, a Tarcento. Un nome importante, quello della famiglia di “birrai”, e un luogo che nei suoi oltre cent’anni di vita ha ospitato personaggi del mondo del cinema. La villa la fece costruire Luigi Moretti, figlio dell’omonimo fondatore della fabbrica di birra e l’architetto Berlam si ispirò al Liberty bavarese e in particolare al castello di Miramare. Alla dimora di Massimiliano d’Asburgo somigliava molto nei primi anni, poi verso il 1910 sopra le torrette, per rimediare alle infiltrazioni d’acqua è stata posta la copertura che gli ha dato l’aspetto attuale. Impossibile non fotografarla. Impossibile, senza potervi entrare, fotografarla in modo originale. Ma tant’è…

Villa Moretti a Tarcento (Udine) -
Chiaravalle, finalmente
In tanti anni che abito in Lombardia, non avevo mai visitato l’abbazia di Chiaravalle. L’ho fatto la scorsa settimana, probabilmente nel giorno peggiore per fotografarla: una giornata di nebbia fittissima. Non è stata una scelta ponderata, perché in realtà stavamo andando a San Donato Milanese per vedere una mostra fotografica dedicata al Concorso internazionale di fotogiornalismo “Andrei Stenin” (la consiglio a tutti) che si teneva allo spazio Cascina Roma. Beh, insomma, mentre percorriamo la strada per San Donato, vediamo sullo sfondo il monastero e ci diciamo: “Non l’abbiamo mai visitato…” e così facciamo marcia indietro e cambiamo direzione. Poi la mostra l’abbiamo visitata lo stesso. Queste, dell’abbazia, sono le foto che preferisco: una all’interno, l’altra nel momento, forse uno dei pochi, in cui la nebbia si è un po’ alzata.

L’interno della chiesa 
La chiesa del monastero -
La luce di Padova
Come sempre, quando si arriva in una città ricca di spunti artistici e monumentali come Padova, il rischio concreto è di scattare soltanto delle foto-cartoline. Ancor di più, quando il soggetto è un complesso meraviglioso come la basilica di di Santa Giustina. Quel giorno di primavera, dopo una mattinata di maltempo, il cielo si era schiarito e nel pomeriggio inoltrato la luce era ancora cambiata con l’arrivo di altre nuvole. Così cambiata che forse avrei potuto ottenere un’immagine della basilica leggermente diversa dal solito. Naturalmente, sotto il profilo delle luci. Questo è il risultato.
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Niente a che vedere
Questa fotografia non ha niente a che vedere con la fotografia. O meglio, con la mia fotografia. Non è neppure una fotografia, ma un’immagine creata con due fotografie (le rose: una fresca, l’altra appassita) e materiale di stock. E’ una vaga, molto vaga bozza di un lavoro che sto facendo per la copertina di un album musicale che sarà pubblicato nei prossimi giorni. Non posso dire di più.

Rose rosse (non tutte) per te… -
Palazzo della Ragione
Ecco, questo è uno dei casi in cui la fotografia l’hai già nella testa appena arrivi. Padova (bellissima), Palazzo della Ragione. Appena salite le scale, in una giornata di sole, nel pomeriggio inoltrato, l’ingresso del palazzo appare così come era stato pensato, nella sua perfetta simmetria, negli spazi, nelle linee parallele. Quando l’immagine la vedi già stampata in bianco e nero, devi soltanto fare “click” (si fa per dire, con la mirrorless…) e aspettare il ritorno a casa per rivederla sullo schermo del computer.
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Primo piano e sfondo
Nel mio nuovo libro “Uno scatto e via” dedico un intero capitolo allo sfondo. Nella fotografia, spesso, ci concentriamo sul primo piano, ovvero sull’oggetto che ci interessa dimenticandoci, appunto, del resto. Nel fotogiornalismo “quotidiano” lo sfondo è fondamentale, in primo luogo perché spesso impatta con il bianco della pagina che circonda la fotografia. Un bianco puro, per esempio, appare come se facesse parte del bianco della pagina e non della fotografia. Ecco allora che una buona fotografia da pubblicare sul giornale deve essere costruita tenendo conto anche dello sfondo. In questo esempio è il crocifisso il soggetto che ci interessa, ma il quadro, sfocato perché non è il centro dell’interesse, svolge bene il ruolo di sfondo. Questo scatto è di qualche tempo fa, nel paese di Bobbio.

Crocifisso, Bobbio (Pc) -
Tito e Joe
Il luogo era perfetto, il Caffè Teatro di Pavia; i musicisti eccezionali, i contrabbassisti Tito Mangialajo Rantzer e Joe Fonda; la scelta ardita, il duo; la luce pessima, dominante arancione. Queste le condizioni del bellissimo concerto che si è tenuto un venerdì sera di novembre appunto al Caffè Teatro di Pavia, locale dove l’intelligenza del titolare fa sì che si possa trovare sempre della buona musica e dell’ottimo jazz in particolare. Ero lì per ascoltare un amico, Tito, ma anche per scattare qualche fotografia. Dominante a parte, la luce era davvero pochissima e ho dovuto salire a 3.200 Iso. La mia Fuij X-T3 ha retto alla prova, credo.
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Sacre ragnatele
La bella chiesa di Santa Maria Nascente, alla frazione Argine di Bressana Bottarone, in provincia di Pavia, si trovava sul percorso delle visite guidate del Fai. All’interno, come dice il nome, una statua dedicata alla Madonna. Niente di speciale, anche se la chiesa ha i suoi anni: è della fine del Settecento. Detto questo, un suggerimento al parroco: quando sai che passano i turisti, dà una spolverata. Perché la Santa Maria Nascente non sta bene con la ragnatela al naso…
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Ci deve essere una magia
Ci deve essere una magia nell’arte. Ce ne rendiamo conto appena ammiriamo una scultura, un quadro, una fotografia, un edificio, un disegno, quando ascoltiamo la musica, se leggiamo una poesia, quando vediamo un film. Il senso della magia lo cogliamo, spesso, senza riuscire a decifrarlo, senza essere in grado di trasformarlo in parole. Me ne rendo conto ogni volta che fotografo un’opera d’arte, anche minore. La fotografia viene sempre perfetta, almeno per me. Di merito ne ho pochissimo, è il soggetto che parla a chi lo guarda.

Statua nella cattedrale di Marsiglia












