Photoshop
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Niente a che vedere
Questa fotografia non ha niente a che vedere con la fotografia. O meglio, con la mia fotografia. Non è neppure una fotografia, ma un’immagine creata con due fotografie (le rose: una fresca, l’altra appassita) e materiale di stock. E’ una vaga, molto vaga bozza di un lavoro che sto facendo per la copertina di un album musicale che sarà pubblicato nei prossimi giorni. Non posso dire di più.
Rose rosse (non tutte) per te… -
L’utilità di Photoshop
Non sono un maniaco di Photoshop, so perfettamente che la post produzione, per quanto di qualità possa essere, non trasforma una brutta fotografia in una bella fotografia. Ma permette di trasformare una fotografia, bella o brutta che sia, in un’immagine più gradevole sotto il profilo cromatico oppure tonale. Nelle tre immagini che vedere qui sotto, ho preso una vista dall’alto di Parigi oggettivamente piena di difetti, l’ho corretta con Adobe Raw, poi le ho dato una sistemata finale con Photoshop. Credo che la differenza si veda. Certo, una fotografia banale resta banale, ma anche una brutta auto, se tenuta bene, pulita e la carrozzeria lucidata, è meglio di un catorcio sporco e mal tenuto.
La fotografia originale La prima modifica in Adobe Raw L’immagine finale -
Il barbiere di Voghera
E’ sempre stato uno dei miei ritratti preferiti. Devo averlo scattato cinque o sei anni fa, a Voghera, quando ancora c’era una redazione del quotidiano La Provincia Pavese in città, quotidiano dove lavoravo (e lavoro ancora). In via Scarabelli, proprio sotto la redazione, c’era un barbiere dove andavo a farmi tagliare i pochi capelli rimasti e aggiustare la barba. In quel periodo avevo iniziato a fare un lavoro fotografico sui ritratti e gli chiesi se voleva posare per me. Ne venne fuori questa immagine.
Il barbiere di Voghera -
Il Paese più bello del mondo
Spesso si dice che il nostro è il Paese più bello del mondo. Forse si esagera, ma è certamente vero che ci sono luoghi splendidi in Italia che non smettono mai di sorprenderci. Devo però dire che nei luoghi storici spesso, per un fotografo, ci sono problemi a scattare fotografie altrettanto sorprendenti. Perché può succedere che le bellezze si ripetano e una, proviamo a dirla così, assomigli all’altra. E che la fotografia diventi cartolina. La bellezza, insomma, non sempre è garanzia di una foto originale. Punto di vista, prospettiva e inquadratura, ad esempio, possono aiutarci a raccontare in modo diverso, se non originale. In questa immagine ho fatto un tentativo, di fronte all’ennesima, meravigliosa bellezza italiana: il castello di Populonia.
Il castello di Populonia, in Toscana -
Il Laowa 9mm f/2.8 Zero-D
Mi sono tolto lo sfizio di acquistare questo obiettivo ultragrandangolare fisso per ampliare il mio corredo Fuji. Non starò qui a discutere delle sue caratteristiche tecniche, ci mancherebbe. Ci sono in rete decine di siti specializzati dove approfondire. Ma posso dire che, utilizzato anche sulla Fuji X-T1, dà delle belle soddisfazioni. Val la pena davvero di provarlo. Qui sotto, un paio di scatti di prova che ho fatto con questo sorprendente 9mm.
Scatto con il Laowa 9mm f/2.8 Zero–D Scatto con il Laowa 9mm f/2.8 Zero–D -
Sotto al ring
Dopo una piccola pausa dovuta al lavoro (tanto) e alle vacanze primaverili (poche), eccomi di nuovo qui con un’altra fotografia. Niente street, stavolta, ma un po’ di sport. In occasione del ritiro di un premio in memoria di un collega scomparso alcuni anni fa, l’associazione pugilistica di Pavia ha organizzato una serata di incontri, un torneo insomma. Prima delle formalità, ho scattato alcune foto da sotto al ring. Mi era già capitato di farlo qualche tempo fa, a Voghera, e mi ero reso conto delle difficoltà tecniche. Qui l’illuminazione era peggiore – è un palazzetto dello sport, non perfetto per il pugilato – ma tutto sommato la mia Fuji X-T3 con il 16-55mm non si è comportata malissimo. Purtroppo, ho dovuto lavorare a 6400 iso.
Pavia, Trofeo Angelo Bonacossa, aprile 2019 -
L’immaginavo così
L’immaginavo così. Per me il bianco e nero è questo, e lo è stato da quando fotografavo con una Pentax Mx in analogico e sviluppavo le pellicole e le stampe nel bagno della casa dei miei genitori. Quando non c’era l’anteprima sullo schermo della mirrorless, quando il rullino mica potevi sprecarlo. Non lo faccio neppure oggi, a dire il vero, non esagero mai con gli scatti. Perché, quando faccio click, per quanto un click artificiale, so già come vorrò quell’immagine. E questa che vedete qui sotto, bella o brutta che sia, uscendo alle 10 del mattino dallo studio del fisioterapista, e gettando lo sguardo verso l’alto, me la sono proprio immaginata così.
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Viaggio in Marocco con Fuij
Quello dell’estate 2018 in Marocco è stato il primo vero test per la mia Fuij X-T1 e gli obiettivi che avevo scelto di portare con me (16mm, 35mm, 16-55mm e 55-200mm). Considerazioni rapidissime: niente da invidiare a Canon full frame che ho utilizzato per diversi anni, anzi, molto ma molto più pratici. Qualità quasi simile, almeno a mia impressione, affidabilità. Tant’è che al ritorno ho ampliato il corredo delle ottiche acquistando anche la X-T2 e la X-T3. Queste alcune delle foto del mio viaggio
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Non solo bianco e nero
Un caro amico fotografo un giorno mi disse: “Facile fotografare in bianco e nero”. Come dire: una tecnica per dare sale a una immagine insapore. Così, per scherzo, ho provato a pensare e fotografare a colori. Questa è una sintesi del risultato…
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Davanti a me ogni giorno
Ci sono dei giorni d’inverno in cui il freddo, la mancanza di tempo e a volte anche un po’ la voglia, ti allontanano dalla fotocamera. Ho sfruttato quindi la camminata da casa al giornale per scattare banalmente quello che mi sono trovato di fronte nel solito percorso di quattro-cinque chilometri. Poi, alcune di queste fotografie, le ho elaborate al computer. Per chi fosse interessato ai dati tecnici: Fuij X-T1, 23mm F1.4.