Camminare
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Covid / Fotografie
Non ho fotografato molto in questi momenti di emergenza. Ho letto di fotografia, ma tutto lì. Poi, durante l’unica passeggiata possibile, entro i cento metri da casa, mi sono trovato a ritrarre l’erba alta che nessuno taglia più, le panchine ormai nascoste dalla vegetazione, l’assenza di persone. Sono foto tristi, ma sono foto. Forse.
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San Valentino?
Non ho idea di quante fotografie circoleranno per San Valentino. Una marea, immagino. Potevo esimermi? No. E quindi ho scelto questa fotografia che mi fa pensare a due innamorati in procinto di prendere l’ascensore. Almeno, io l’ho letta così. Buon San Valentino, per quello che vale (credo di aver preso questa immagine a Madrid, ma non ne sono certissimo, l’ho archiviata male, purtroppo).
Innamorati (?) in ascensore -
Il porto di Ravenna
Si sa, la fotografia è fatta di gusti personali. Un’immagine che racconta qualcosa a me, magari non racconta nulla ad un altro. La speranza è di riuscire a trovare quello scatto che dica qualcosa a chiunque lo guardi. Fatta la premessa, quella che pubblico è un’immagine dell’area industriale del porto di Ravenna. Sullo sfondo le case popolari, in primo piano una nave merci alla fonda. Non so perché, ma le linee degli edifici e quelle dell’imbarcazione mi sembravano collegate da qualcosa, dando un significato alla fotografia. Oppure sarà stata la parola “Belize” che mi riportava alla mente un viaggio in Centroamerica di tanti, tanti anni fa.
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Pozzanghera a Voghera
“Se sai ascoltare, anche in una scarpa puoi sentire il mare”. Non ricordo dove avevo letto questo calembour ma come forse intuite è un piccolo gioco di parole dove il termine “conchiglia” viene sostituito da “scarpa”. La frase originale parla di fantasia, anche la seconda, ma con un sorriso in più. La foto che pubblico è pura fantasia, nasce da uno sguardo, dalla luce e dal riflesso di una pozzanghera dopo un giorno di pioggia a Voghera, davanti all’ingresso dell’area di sosta della stazione ferroviaria. Luce, colori, riflessi. Tutto qui. E saper ascoltare, anzi vedere.
Voghera, riflessi -
Fashion Factory
Il tentativo era chiaro: ottenere il contrasto tra gli operai all’esterno del negozio, in attesa di riprendere il lavoro, e la scritta “Fashion Factory”. Insomma, tra le tute e le magliette, abiti da fatica, senza alcun obiettivo di eleganza, e il senso della scritta, appunto collegata allo stile e alla moda. Più o meno è riuscito, ma tutto sommato convincente, direi.
Eleganza a Milano -
Il momento decisivo
A definire, fotograficamente parlando, “il momento decisivo”, è stato uno dei più grandi: Henri Cartier Bresson. Con la sua sua Leica 35mm in mano fotografava la poesia del mondo. “Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento”, diceva. Beh, aveva assolutamente ragione, chiunque abbia questa passione lo sa perfettamente. Ora, non intendo neppure lontanamente fare un paragone con Cartier Bresson. Ma quella volta, ad Amsterdam, quella bambina che giocava, un po’ intimorita con il manichino, l’ho ritratta, credo, proprio nel momento giusto. Il mio piccolo, umile, momento decisivo.
Lungo il mercato, ad Amsterdam -
Lungo il muro
Resto dell’idea che l’occhio del fotografo debba essere essere pronto a cogliere immagini interessanti in ogni occasione. Questo muro, che delimita l’ingresso di una caserma, era lungo una delle strade del centro storico di Lodi. Ero lì per visitare lo splendido Festival della Fotografia Etica, e passando da una mostra all’altra, la linea del muro e il cielo sullo sfondo mi hanno incuriosito. Ed ho scattato questa fotografia. Poi l’ho trasformata in bianco e nero agendo solo su contrasto, neri ed esposizione.
Lodi, muro di una caserma -
Venezia
Come al solito. Stai in una città come Venezia per un’intera giornata e quando torni a casa riguardi le fotografie che hai scattato. E scopri che solo una, tutto sommato, ti piace davvero. Ed è la meno “veneziana”, se così si potesse dire, di tutte quelle che hai fatto. Però ti piace.
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Beh, un giro in galleria…
Si può andare a Milano e non fare un giro in galleria? Non passare per piazza Duomo? Si può, in una affollatissima domenica d’ottobre, scattare una fotografia appena decente che racconti Milano, la galleria, la folla, la moda? Boh. Io ci ho provato con questa…
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Quattro foto di Marsiglia
Insomma, alla fine scatti un sacco di fotografie. Poi arrivi a casa, dopo i quattro giorni trascorsi a Marsiglia, e devi scegliere. E sì, facile far vedere poi le foto agli amici, ma trova quelle che davvero ti sono piaciute di più. Che poi magari agli altri non dicono niente: Marsiglia è tutta lì?, ti chiedono quando gliele mostri. Beh, io ho scelto queste quattro. E va bene così.