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    L’incubo di vivere in un brutto Paese. Una storia tristissima dagli States

    Il titolo del Los Angeles Times

    Ma voi vorreste vivere in un Paese del genere? Il sogno americano un par di ciufoli. E’ un incubo americano. La storia riportata nell’articolo del Los Angeles Times è la seguente, per punti.

    • L’accaduto: Any Lucia Lopez Belloza, una studentessa di 19 anni del Babson College, è stata fermata all’aeroporto di Boston mentre cercava di volare in Texas per il Ringraziamento e, nel giro di due giorni, è stata deportata in Honduras (paese che aveva lasciato all’età di 7 anni).
    • La motivazione ufficiale: L’agenzia per l’immigrazione (ICE) sostiene che esistesse un ordine di espulsione a suo carico risalente al 2015.
    • La difesa: L’avvocato della ragazza afferma che lei non era a conoscenza di tale ordine e che, secondo i documenti in loro possesso, il suo caso era stato chiuso nel 2017.
    • Violazione legale: La deportazione è avvenuta violando un ordine di emergenza emesso da un giudice federale, che aveva esplicitamente vietato al governo di trasferire la studentessa fuori dagli Stati Uniti per almeno 72 ore.
    • La situazione attuale: La ragazza si trova ora in Honduras con i nonni, devastata per essere stata separata dalla famiglia (rimasta negli USA) e per aver visto infrangersi il suo sogno di studiare economia.
    • Lopez Belloza, che ora si trova con i nonni in Honduras, ha detto al Boston Globe che non vedeva l’ora di raccontare ai suoi genitori e alle sorelle minori del suo primo semestre di studi in economia (business).

    “Quello era il mio sogno”, ha detto. “Sto perdendo tutto”.

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    Pavia, record negativo: i cittadini pagano la Tari più alta della Lombardia (3,6% di aumento in un anno)

    E’ stata pubblicato oggi il report di Cittadinanza Attiva sulla gestione dei rifiuti in Italia. Un dato su tutti: Pavia ha la Tari più alta della Lombardia, con una crescita di circa il 3,6 per cento rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda il dato nazionale, nel 2025, la spesa media nazionale per la gestione dei rifiuti urbani è pari a 340 euro all’anno, in aumento del 3,3% rispetto al 2024 (329 euro). Le tariffe crescono – in misura differente – in tutte le regioni, ad eccezione di Molise, Valle d’Aosta e Sardegna, e in ben 95 dei 110 capoluoghi di provincia. In Lombardia una famiglia paga in media 262 euro, un aumento del 3,1% rispetto ai 254 euro del 2024. Cremona è meno cara con una tariffa media di 196 euro.

    In crescita ovunque anche la raccolta differenziata, che nel 2023 si attesta al 66,6% dei rifiuti prodotti (era il 65,2% nel 2022), In Lombardia si attesta al 73,9%. Restano marcate le differenze territoriali, con il Nord dove la spesa media si attesta sui 290 euro l’anno e una raccolta differenziata che raggiunge il 73% dei rifiuti prodotti; segue il Centro dove le famiglie spendono in media 364 euro, mentre si differenzia il 62% dei rifiuti; sempre fanalino di coda il Sud con una spesa media di 385 euro l’anno e una raccolta differenziata ferma al 59%.

    Le regioni più economiche sono il Trentino-Alto Adige (224 €), la Lombardia (262 €) e il Veneto (290 €), mentre le più costose restano la Puglia (445 €), la Campania (418 €) e la Sicilia (402 €).
    Catania
    è il capoluogo di provincia dove si spende di più, 602 euro; Cremona quello più economico con 196 euro in media a famiglia.

    Pavia, la più cara

    Come detto, in Lombardia è Pavia ad avere il costo più alto della Tari, con 302 euro medi annui a famiglia rispetto ai 291 del 2024 e un aumennto, come detto, del 3,6 per cento. Questa la tabella di sintesi:

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    Sfratti, 529 provvedimenti nel 2024: la provincia di Pavia tra le peggiori in Lombardia

    Un’azione di sfratto con la forza pubblica (immagine realizzata con Ai)

    Sono stati 529 i provvedimenti di sfratto emessi nel 2024 in provincia di Pavia, di cui 432 per morosità, con una media di 11,8 sfratti ogni 1000 famiglie in affitto. Un dato superiore alle media italiana, che si è attestata sui 9,3 sfratti ogni 1000 famiglie, ma anche superiore – secondo questo metodo di analisi – con altri territori Lombardi su cui vale la pena dare i confronti. Il rapporto sfratti/famiglie, infatti, è di 11,7 a Bergamo, 7,4 a Brescia, 9,9 a Como, 7,6 a Cremona, 8,2 a Lecco, 11,2 a Lodi, 8,5 a Mantova, 5,5 a Milano, 13,8 a Monza Brianza, 4,4 a Sondrio, 12,5 a Varese. Va ricordato che nel luglio scorso, ci fu una pacifica invasione in consiglio comunale, proprio a Pavia – ricorda la Provincia Pavese – dove chi protestava lo faceva per chiedere più investimenti nell’edilizia pubblica. “Nei primi sei mesi dell’anno – scriveva la Provincia Pavese – il tribunale di Pavia ha gestito 264 cause di sfratto, il 79% per inquilini morosi. Un dato in calo rispetto allo stesso periodo del 2024, quando tra gennaio e giugno si sono rivolti ai giudici 326 proprietari di case per ottenere la liberazione dell’immobile. Il trend in provincia di Pavia è quindi in diminuzione ma l’emergenza abitativa resta”.

    I dati statistici che disegnano la situazione italiana sono impietosi:

    Percentuale di edilizia pubblica (social housing) in Europa

    • Paesi Bassi: circa il 37% del patrimonio abitativo totale è edilizia sociale pubblica.
    • Austria: circa il 28%.
    • Danimarca: circa il 20%, con città come Copenaghen che hanno il 22% di popolazione in case popolari.
    • Francia e Regno Unito: sopra il 17%.
    • Germania: circa il 6%.
    • Italia: solo intorno al 3,8%, una delle percentuali più basse in Europa.
    • Spagna: molto bassa, intorno al 2,5%.
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    La fregatura del mezzo pubblico

    Per una serie di ragioni, sono andato a Milano un po’ di volte con mia moglie. In centro. Mi sono chiesto se fosse meglio utilizzare il mezzo pubblico o l’automobile privata, al di là della comodità. Probabilmente, questo è un ragionamento già fatto da altri, ma vale la pena ripeterlo con l’aiuto dell’Ai e le opportune correzioni (perché l’intelligenza artificiale ne “cicca” di dati). Ecco cosa di sintetizza l’Ai per il percorso in auto:

    Quindi, per il viaggio di andata e ritorno con sosta di un’ora e pagamento Area C, il costo complessivo è di circa 17-18 euro, secondo il tipo di carburante e la zona di parcheggio privilegiata.

    Poi, ieri, siamo andati a Milano utilizzando quasi solo i mezzi pubblici:

    Auto fino al parcheggio della stazione: costo 6 euro per la sosta. Poi 17,16 euro per il treno andata e ritorno. Complessivamente, dunque, 23,16 centesimi.

    Avremmo potuto utilizzare l’autobus cittadino invece dell’auto in sosta alla stazione, ma il costo sarebbe stato uguale. Vediamo ora i tempi di percorrenza. Utilizzando l’auto:

    Il tempo di percorrenza in auto da casa tua a Pavia fino a via Montesanto a Milano, partendo alle ore 13, è di circa 45-50 minuti. Vanno aggiunti 5/10 minuti per parcheggiare.

    Utilizzando auto (parcheggio alla stazione) e treno (tempo verificato avendo scelto questa opzione):

    Risultato: partendo alle 13 con l’auto da casa tua puoi essere in via Montesanto intorno alle 14:25-14:30, utilizzando la S13 e parcheggiando all’arrivo alla stazione di Pavia. Quindi 1 ora e 25 minuti.

    Ma se utilizzassi solo mezzi pubblici? Ecco:

    Partendo alle 13 da casa, puoi essere in via Montesanto intorno alle 14:15-14:20 usando solo bus e S13.

    Questo dato è da verificare, ma può essere vero se corrispondono gli orari del bus con quelli del treno relativamente all’orario in cui devo essere a Milano.
    In ogni caso, in auto ci si mette meno tempo e si spende la stessa cifra con i mezzi pubblici. La convenienza c’è soltanto se si viaggia singolarmente. Insomma, per i single vita facile, per coppie e famiglie il mezzo pubblico è troppo, troppo costoso. Bisogna essere ricchi per essere ecocompatibili.

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    Preparandosi a Capodanno

    Con il trascorrere del tempo, la mia nipotina è diventata meno scorbutica quando arriva il momento di farsi fotografare. E ha imparato ad assumere delle belle pose, che naturalmente sono gran parte della qualità di un ritratto. Stavolta, velocissima, si è piazzata a capotavola mentre stavano preparando per la cena di Capodanno. Uno scatto veloce, poi via a giocare con il cane o in cucina per rubare qualche boccone prelibato in anticipo. Buon 2022, verrebbe da dire (e sperare).

    Asia a Capodanno
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    Autoritratti da viaggio

    Da un po’ di tempo, meglio: finché si è viaggiato, Paola ed io ci scattiamo sempre un autoritratto e spesso lo facciamo utilizzando gli specchi. In particolare quelli degli ascensori. Oddio, niente di particolarmente originale, ma ci sono sempre piaciute queste immagini. Anche se non è facile farne una diversa per viaggio. Questa è da Marsiglia, in Francia.

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    Cugine

    Il bello è che la notte di San Silvestro, a cena nel rifugio sopra Saint Denis, di fotografie della serata ne scatti parecchie: a tavola, fuori all’aperto intorno al fuoco, di gruppo, la camminata per raggiungere i 1600 metri innevati e silenziosi. Insomma, di spunti sai quanti ce ne sono per fare click?E invece, alla fine, l’unica fotografia che ti piace davvero è quella di Ilaria e Cecilia che, abbracciate, scherzano in attesa che cominci la cena.

    Cecilia e Ilaria a Saint Denis
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    La forza degli anni

    Il tempo lascia i segni. Segni che possono raccontare una storia. Quando fotografo mio suocero Giovanni, che ormai di anni ne ha novanta, rivedo la sua storia personale scolpita nel volto e nelle mani. Riesco solo a fotografarlo in bianco e nero, non è una scelta stilistica, ma il colore mi dà l’impressione di sottovalutare proprio i segni di cui parlo.

    Giovanni
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    Un ritratto (Cecilia)

    C’è stato un periodo in cui mi ero appassionato ai ritratti. Un settore della fotografia solo apparentemente semplice nel mondo dei selfie e dell’immagine a tutti i costi. In realtà, cogliere espressioni, sguardi, atteggiamenti originali nelle persone che stai fotografando è un’operazione di incredibile complessità. In questo caso, grazie alla pazienza di mia nipote Cecilia, il ritratto alla fine mi era piaciuto. Dopo tanto tempo, lo pubblico su questa pagina.

    Cecilia, novembre 2013
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    Carlo in concerto

    Non può che essere una delle mie fotografie preferite. O meglio, dei migliori momenti in cui mi è capitato di scattare. Mostra mio figlio, Carlo, in concerto nel cortile dell’università di Pavia. E’ una foto di qualche tempo fa, ma il suo modo di stare dietro la tastiera non è mai cambiato. In questo caso, tecnicamente parlando, ho lavorato ovviamente in manuale, recuperando qualche ombra in fase di post produzione e cercando far risaltare il fumo artificiale.

    Carlo Maida in concerto