Fuji X Series
-
Autoritrarsi
Ho sempre pensato che l’autoritratto fotografico fosse un ottimo esercizio tecnico. Quando si usano le luci artificiali, la preparazione è molto più laboriosa e richiede tanta cura nei dettagli, non fosse che per il fatto che al momento dello scatto siamo dall’altra parte della fotocamera. Anche quando non si usano le luci dello studio, sfruttando invece specchi, pareti riflettenti, vetrate, etc., l’attenzione va tutta alla luce naturale o artificiale disponibile al momento e alla capacità di immaginare già il lavoro di post produzione. Quindi, ecco uno dei miei autoritratti.
-
La luce di Padova
Come sempre, quando si arriva in una città ricca di spunti artistici e monumentali come Padova, il rischio concreto è di scattare soltanto delle foto-cartoline. Ancor di più, quando il soggetto è un complesso meraviglioso come la basilica di di Santa Giustina. Quel giorno di primavera, dopo una mattinata di maltempo, il cielo si era schiarito e nel pomeriggio inoltrato la luce era ancora cambiata con l’arrivo di altre nuvole. Così cambiata che forse avrei potuto ottenere un’immagine della basilica leggermente diversa dal solito. Naturalmente, sotto il profilo delle luci. Questo è il risultato.
-
Niente a che vedere
Questa fotografia non ha niente a che vedere con la fotografia. O meglio, con la mia fotografia. Non è neppure una fotografia, ma un’immagine creata con due fotografie (le rose: una fresca, l’altra appassita) e materiale di stock. E’ una vaga, molto vaga bozza di un lavoro che sto facendo per la copertina di un album musicale che sarà pubblicato nei prossimi giorni. Non posso dire di più.
-
A Palazzo Gounela
Arrivo in municipio, ossia Palazzo Gounela, a Voghera, per parlare con un assessore. Mi fanno accomodare nella sala dove di solito si riunisce la giunta. Sono circa le undici, il sole arriva forte attraverso le vetrate. Mi rendo conto che luce è quella che mi piace, come sempre ho la fedele Fuji X-T1 nello zaino. Faccio tre scatti, poi arriva l’assessore. Questo è il risultato.
-
Pozzanghera a Voghera
“Se sai ascoltare, anche in una scarpa puoi sentire il mare”. Non ricordo dove avevo letto questo calembour ma come forse intuite è un piccolo gioco di parole dove il termine “conchiglia” viene sostituito da “scarpa”. La frase originale parla di fantasia, anche la seconda, ma con un sorriso in più. La foto che pubblico è pura fantasia, nasce da uno sguardo, dalla luce e dal riflesso di una pozzanghera dopo un giorno di pioggia a Voghera, davanti all’ingresso dell’area di sosta della stazione ferroviaria. Luce, colori, riflessi. Tutto qui. E saper ascoltare, anzi vedere.
-
Cugine
Il bello è che la notte di San Silvestro, a cena nel rifugio sopra Saint Denis, di fotografie della serata ne scatti parecchie: a tavola, fuori all’aperto intorno al fuoco, di gruppo, la camminata per raggiungere i 1600 metri innevati e silenziosi. Insomma, di spunti sai quanti ce ne sono per fare click?E invece, alla fine, l’unica fotografia che ti piace davvero è quella di Ilaria e Cecilia che, abbracciate, scherzano in attesa che cominci la cena.
-
La forza degli anni
Il tempo lascia i segni. Segni che possono raccontare una storia. Quando fotografo mio suocero Giovanni, che ormai di anni ne ha novanta, rivedo la sua storia personale scolpita nel volto e nelle mani. Riesco solo a fotografarlo in bianco e nero, non è una scelta stilistica, ma il colore mi dà l’impressione di sottovalutare proprio i segni di cui parlo.
-
Fashion Factory
Il tentativo era chiaro: ottenere il contrasto tra gli operai all’esterno del negozio, in attesa di riprendere il lavoro, e la scritta “Fashion Factory”. Insomma, tra le tute e le magliette, abiti da fatica, senza alcun obiettivo di eleganza, e il senso della scritta, appunto collegata allo stile e alla moda. Più o meno è riuscito, ma tutto sommato convincente, direi.
-
Icardi Trio a Spaziomusica
Elio Rivagli (batteria), Ivano Icardi (chitarra) e Lorenzo Poli (basso) salgono sul palco di Spaziomusica. Dei signori musicisti, un power trio che per quasi due ore tiene incollato alle sedie un pubblico attento e particolarmente competente. Certo, deve piacere il genere. Personalmente, non ne vado pazzo: ma la tecnica di Rivagli – per dire: ha suonato con De Andrè e Fossati, quella di Icardi – per dire: ha pubblicato con l’etichetta di Steve Vai – e infine quella di Poli – per dire: ha accompagnato Zucchero, Anastacia e Suzanne Vega – sono una sorta di masterclass dal vivo. Imperdibili.
-
Palazzo della Ragione
Ecco, questo è uno dei casi in cui la fotografia l’hai già nella testa appena arrivi. Padova (bellissima), Palazzo della Ragione. Appena salite le scale, in una giornata di sole, nel pomeriggio inoltrato, l’ingresso del palazzo appare così come era stato pensato, nella sua perfetta simmetria, negli spazi, nelle linee parallele. Quando l’immagine la vedi già stampata in bianco e nero, devi soltanto fare “click” (si fa per dire, con la mirrorless…) e aspettare il ritorno a casa per rivederla sullo schermo del computer.