Luce artificiale
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Al castello (dopo la mostra)
Nella stanza adiacente dell’ingresso principale del castello visconteo di Pavia, dove ho appena finito di ammirare la mostra su Vivian Maier, c’è in corso un corso. E fotografo.
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Jazz
Fotografare ai grandi concerti pop e rock deve essere emozionante. Non mi è mai capitato, quest’anno vedrò di rimediare… Per ora mi sono emozionato con il jazz. Credo che il fatto di suonarlo, il jazz, di conoscerne molti aspetti anche tecnici, mi aiuti a scattare immagini che, spero, raccontino bene cosa significa fare musica. Nell’istante in cui si fa. Questa è una delle fotografie che mi piacciono di più. Al contrabbasso c’è un amico, Tito Mangialajo Rantzer, grandissimo musicista di Pavia.
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Lungo la strada di casa 2
La fotocamera che porto sempre con me è la “vecchia” Fuji X-T1 con un obiettivo Fujifilm XF 23mm F1.4 . E’ nel mio zaino, protetta (almeno in inverno) da una sciarpa e dai guanti. Per tornare a casa a piedi percorro per forza la stessa strada e cerco, per allenare l’occhio, spunti fotografici. L’altra sera ne ho trovati tre. Questo è uno.
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Notte a Marrakech
Piazza Jemaa El Fnaz, a Marrackech, non si può raccontare a parole. Solo le immagini sono in grado di spiegare cosa accade nella città più incredibile del Marocco. Quella notte credevo di non riuscire a fotografare, per la prima volta, abbandonata la full frame della Canon, mi avventuravo con la X-T1 della Fuij. Temevo fallissero tutti gli scatti. E invece… Eccone uno.
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La luce (quasi) perfetta
Spesso ci danniamo l’anima cercando la luce perfetta artificiale. Studiamo le tecniche di illuminazione con i flash off camera, con softbox e ombrelli, con sfondi particolari e altro ancora. Poi, una sera, si va a teatro e si scopre, tutto d’un tratto, che la luce perfetta è quella sul palco. Basta inquadrare e scattare. Click. Ed è fatta. Almeno, quella sera al teatro Fraschini di Pavia, mi capitò così.