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Appena sbarcati ad Ischia
Lo so. Ischia è luogo di paesaggi. Percorri le strade dell’isola e appena lo sguardo arriva al mare, è uno spettacolo. Bisogna essere dei bravi fotografi, appunto di paesaggio, per raccontare Ischia e le sue coste, ma anche le sue piccole montagne. Io non sono un bravo fotografo di paesaggi. Non so neppure se sono, in generale, un bravo fotografo. Quindi, nei tre giorni di vacanza, fotografo, come capita un po’ a tutti, quel che mi trovo davanti. E mi incuriosisce. Come il taxi, chiamiamolo così, fermo lungo la strada, con dentro un tassista che aspetta paziente e forse un collega che, nel sedile posteriore, attende a sua volta che qualcosa capiti. E’ settembre, non c’è frenesia, Ischia è persino vivibile senza fretta e fatica, e spintoni, e luoghi troppo affollati.
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Messico e nuvole (non per forza Messico)
C’è una ragione per cui Photoshop ha inserito una funzione automatica con la quale è possibile modificare il cielo delle fotografie. Le nuvole, i tramonti e le albe danno vigore e a volte persino senso a immagini che da sole, o meglio con un cielo piatto di una limpidissima giornata estiva, appaiono deboli. Svolgono un po’, direbbe un mio caro amico fotografo, la funzione delle biciclette, che appoggiate a un muro, a una ringhiera o solo di passaggio se qualcuno sta pedalando per strada, danno vita, a loro volta, a una fotografia “moscia”. Ecco, nel luglio del 2021, sulle coste della Puglia, non ho avuto bisogno della funzione “Cielo” di Photoshop. Il cielo ha fatto tutto da solo.
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I colori pastello di Ostenda
Della luce di Ostenda ho già raccontato nella fotografia che precede questa. Ma insisto perché, davvero, la luce di quel tardo pomeriggio di ottobre difficilmente la dimenticherò. Anche la spiaggia, con i ragazzini che si inseguivano sollevando la sabbia, faceva parte del fascino generale della giornata. Il taglio assolutamente orizzontale secondo me dà un senso di serenità che la luce stessa rafforzava. Insomma, con quei colori come ti sarebbe mai venuto in mente di metterti a gridare?
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Lungomare a Ostenda
Ancora adesso devo capire se quella luce di una giornata nuvolosa ad Ostenda in un freddo sabato di ottobre fosse la migliore che ho mai incontrato da quanto fotografo. Soffice come la panna, delicata come una piuma, rendeva tutto etereo e i colori pastello. Ho avuto la sensazione che il bianco e nero sarebbe stato un fallimento, ma temevo nello stesso tempo che trattare quei colori sarebbe stata un’impresa fallimentare.
Ancora adesso, sono convinto che quella luce fosse bella e impossibile.
Fate voi. -
Ognuno ha i suoi gusti
Ci sono fotografie che piacciono solo a chi le ha scattate. Sono un po’ come il jazz, direbbe qualcuno: senza citare una frase volgare, diciamo che piace solo a chi lo suona. A chi fotografa, succede a me e succederà a molti, all’improvviso può comparire davanti agli occhi un’immagine o una situazione che ci racconta qualcosa o, come in questo caso, per linee e prospettive, ci affascina. Magari senza ragione. Questa fotografia l’ho scattata a Trani, all’ingresso della cattedrale di San Nicola Pellegrino.
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Il fascino della spiaggia
La spiaggia affollata mi irrita. Anzi, mi fa venire l’ansia. Se posso, quando posso, la evito. Nel viaggio di avvicinamento alla Puglia e al Salento, una breve tappa in centro Italia, sempre sul mare Adriatico, verso l’Abruzzo. Dove di folle di turisti non ce n’erano, per fortuna. E verso sera, i bagnanti si erano ritirati in albergo o nelle loro case per la cena. Un momento perfetto per fotografare la spiaggia che, a quell’ora e con quella luce, assume un suo fascino particolare.
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Lungo la costa dei trabocchi
Come spiega bene Wikipedia, la Costa dei Trabocchi è un tratto del litorale abruzzese, nel medio Adriatico, esteso lungo la strada statale 16 Adriatica e corrispondente alla maggior parte della costa provincia di Chieti. Il litorale è caratterizzato dalla diffusa presenza di trabocchi, antiche macchine da pesca su palafitta. Fra le varie teorie sulle prime apparizioni dei trabocchi sulle coste abruzzesi, una delle più accreditate li farebbe risalire al XVIII secolo. Con Paola e Ilaria abbiamo percorso diversi chilometri di questa costa in bicicletta, partendo da San Vito Chietino. I trabocchi, se non conosci il proprietario, li puoi fotografare solo dall’entrata o, con un teleobiettivo, dalla costa stessa. Hanno un loro fascino, fotograficamente parlando.
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Il porto di Ravenna
Si sa, la fotografia è fatta di gusti personali. Un’immagine che racconta qualcosa a me, magari non racconta nulla ad un altro. La speranza è di riuscire a trovare quello scatto che dica qualcosa a chiunque lo guardi. Fatta la premessa, quella che pubblico è un’immagine dell’area industriale del porto di Ravenna. Sullo sfondo le case popolari, in primo piano una nave merci alla fonda. Non so perché, ma le linee degli edifici e quelle dell’imbarcazione mi sembravano collegate da qualcosa, dando un significato alla fotografia. Oppure sarà stata la parola “Belize” che mi riportava alla mente un viaggio in Centroamerica di tanti, tanti anni fa.