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Ravenna, Darsena Lotto 4
Per una volta non ci sarà soltanto una mia fotografia. Perché alla darsena di Ravenna c’è un meraviglioso palazzo realizzato una decina di anni fa, che vale la pena vedere e la cui storia approfondire. Infatti la Cino Zucchi Architetti ha completato a Ravenna un complesso di edilizia convenzionata denominato Darsena Lotto 4, un progetto che combina nuovi modi di abitare la città, alta qualità ambientale ed efficienza energetica con un rivestimento che richiama l’arte bizantina. Lo vedete nella foto sotto la mia. Per quello che mi riguarda, io l’ho visto così.
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Il fascino del porto
Ci sono tornato dopo qualche anno. Ma il fascino del porto di Ravenna, con le sue linee perfette, i suoi cantieri navali, le case popolari e la lunga passeggiata lungo la darsena, ha sempre lo stesso fascino. Ho scattato nuovamente qualche fotografia, ma con la terribile sensazione di aver scelto la stessa inquadratura per lo stesso soggetto. E persino dalla stessa posizione. Ma che bisogna farci? Quando si fotografa per passione e non per lavoro, francamente chisseneimporta se poi quella fotografia, nel tuo archivio, da qualche parte parte già deve essere archiviata? Ecco, questa è una prima immagine della darsena, vista dal suo ingresso.
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Castello di Agliè (Torino) / 1
Provate a cercare su Google Immagini e vedrete che del bellissimo castello di Agliè, in Piemonte, di fotografie ce ne sono a migliaia. Una più bella dell’altra, probabilmente. Così, quando sul tardi della giornata di Pasquetta, trascorsa nel pomeriggio a far visita a una parente in ospedale, decidiamo di visitare il castello, la fotocamera in spalla pesa, anche metaforicamente. L’ora è tarda, la parte più bella dell’edificio è all’ombra, il parco è chiuso ed è possibile visitare, per un’oretta, solo il grande giardino. Ecco allora il primo scatto, che mostra una famiglia tranquilla, al sole, con alle spalle il castello di Agliè.
Il castello di Agliè -
Omaggio a Gianni Maffi
Molto umilmente, ho trovato nelle fotografie di Gianni Maffi, un grande artista del bianco e nero, qualche collegamento con il mio modo di raccontare per immagini. La stessa scelta di contrasti, a volte di soggetti e di inquadrature. Tra le mie fotografie e le sue, naturalmente, c’è un abisso dovuto all’esperienza, alla cultura fotografica, alla tecnica decisamente più approfondita. Ma insomma, qualche piccola assonanza l’ho riscontrata. Domenica scorsa, in attesa di una persona che era in visita ad un parente in ospedale, ho fatto due passi nella piazza principale di Cuorgnè, in Piemonte, dove c’erano da poco le giostre. In mezz’ora di foto, ho scattato alcune immagini, tra cui questa.
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Campo da basket
Come spesso accade l’immagine che ti trovi davanti e che ti fa pensare ad una possibile fotografia la scopri alla fine. In questo caso alla fine di una lunga passeggiata – circa un’ora e mezza – attraverso i campi tra la frazione Fossarmato di Pavia e Albuzzano insieme a Paola. E quando appunto mancano cinquanta metri al posteggio dove avevamo lasciato l’auto, quel palo attira l’attenzione per la presenza di un canestro. Chi gioca e sbaglia a tirare lancia la palla nei campi e il campo è un pezzo di strada mal asfaltata, probabilmente calda come l’inferno d’estate. Ma il gioco e il gioco…
Campo da basket a Fossarmato, Pavia -
Messico e nuvole (non per forza Messico)
C’è una ragione per cui Photoshop ha inserito una funzione automatica con la quale è possibile modificare il cielo delle fotografie. Le nuvole, i tramonti e le albe danno vigore e a volte persino senso a immagini che da sole, o meglio con un cielo piatto di una limpidissima giornata estiva, appaiono deboli. Svolgono un po’, direbbe un mio caro amico fotografo, la funzione delle biciclette, che appoggiate a un muro, a una ringhiera o solo di passaggio se qualcuno sta pedalando per strada, danno vita, a loro volta, a una fotografia “moscia”. Ecco, nel luglio del 2021, sulle coste della Puglia, non ho avuto bisogno della funzione “Cielo” di Photoshop. Il cielo ha fatto tutto da solo.
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Autoritratto in sala con riflesso
Vabbè, ve lo dico subito. Eravamo andati a Pont Saint Martin, in Valle D’Aosta, per una mini-mostra sulla storia della villa che ospita la biblioteca civica. Sintetica, curiosa. Tutto qui. Dopo dieci minuti avevo già iniziato ad annoiarmi. E poiché Paola e Cinzia, che erano con me, sembravano interessate ad alcune fotografie di alta montagna, ho cercato di far trascorrere il tempo. E mi sono scattato questo autoritratto. Che per quanto un po’ cupo, neppure mi dispiace troppo. Questione personale, s’intende.
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Preparandosi a Capodanno
Con il trascorrere del tempo, la mia nipotina è diventata meno scorbutica quando arriva il momento di farsi fotografare. E ha imparato ad assumere delle belle pose, che naturalmente sono gran parte della qualità di un ritratto. Stavolta, velocissima, si è piazzata a capotavola mentre stavano preparando per la cena di Capodanno. Uno scatto veloce, poi via a giocare con il cane o in cucina per rubare qualche boccone prelibato in anticipo. Buon 2022, verrebbe da dire (e sperare).
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I colori pastello di Ostenda
Della luce di Ostenda ho già raccontato nella fotografia che precede questa. Ma insisto perché, davvero, la luce di quel tardo pomeriggio di ottobre difficilmente la dimenticherò. Anche la spiaggia, con i ragazzini che si inseguivano sollevando la sabbia, faceva parte del fascino generale della giornata. Il taglio assolutamente orizzontale secondo me dà un senso di serenità che la luce stessa rafforzava. Insomma, con quei colori come ti sarebbe mai venuto in mente di metterti a gridare?
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Lungomare a Ostenda
Ancora adesso devo capire se quella luce di una giornata nuvolosa ad Ostenda in un freddo sabato di ottobre fosse la migliore che ho mai incontrato da quanto fotografo. Soffice come la panna, delicata come una piuma, rendeva tutto etereo e i colori pastello. Ho avuto la sensazione che il bianco e nero sarebbe stato un fallimento, ma temevo nello stesso tempo che trattare quei colori sarebbe stata un’impresa fallimentare.
Ancora adesso, sono convinto che quella luce fosse bella e impossibile.
Fate voi.