musica

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    Niente a che vedere

    Questa fotografia non ha niente a che vedere con la fotografia. O meglio, con la mia fotografia. Non è neppure una fotografia, ma un’immagine creata con due fotografie (le rose: una fresca, l’altra appassita) e materiale di stock. E’ una vaga, molto vaga bozza di un lavoro che sto facendo per la copertina di un album musicale che sarà pubblicato nei prossimi giorni. Non posso dire di più.

    Rose rosse (non tutte) per te…
  • concerti,  Fuji X Series,  musica,  Post produzione

    Icardi Trio a Spaziomusica

    Elio Rivagli (batteria), Ivano Icardi (chitarra) e Lorenzo Poli (basso) salgono sul palco di Spaziomusica. Dei signori musicisti, un power trio che per quasi due ore tiene incollato alle sedie un pubblico attento e particolarmente competente. Certo, deve piacere il genere. Personalmente, non ne vado pazzo: ma la tecnica di Rivagli – per dire: ha suonato con De Andrè e Fossati, quella di Icardi – per dire: ha pubblicato con l’etichetta di Steve Vai – e infine quella di Poli – per dire: ha accompagnato Zucchero, Anastacia e Suzanne Vega – sono una sorta di masterclass dal vivo. Imperdibili.

  • concerti,  Fuji X Series,  musica,  Ritratti,  Spettacoli

    Mimmo Locasciulli a Spazio

    Era un bel po’ di tempo che non tornavo a Spaziomusica, storico locale di Pavia, regno della buona musica. Sono cambiate tante cose, oltre alla proprietà (uno dei soci è l’amico Paolo Pieretto, una garanzia). Tra queste, la luce sul palco: più marcata, con meno faretti colorati o almeno, vengono sfruttati con moderazione. A Spazio sono andato qualche sera fa, c’era sul palco Mimmo Locasciulli, storico cantautore, ed ho provato qualche scatto.

  • concerti,  famiglia,  Fuji X Series,  Luce artificiale,  manifestazioni,  musica,  Ritratti

    Carlo in concerto

    Non può che essere una delle mie fotografie preferite. O meglio, dei migliori momenti in cui mi è capitato di scattare. Mostra mio figlio, Carlo, in concerto nel cortile dell’università di Pavia. E’ una foto di qualche tempo fa, ma il suo modo di stare dietro la tastiera non è mai cambiato. In questo caso, tecnicamente parlando, ho lavorato ovviamente in manuale, recuperando qualche ombra in fase di post produzione e cercando far risaltare il fumo artificiale.

    Carlo Maida in concerto
  • Arte,  Fuji X Series,  jazz,  Luce artificiale,  musica

    Tito e Joe

    Il luogo era perfetto, il Caffè Teatro di Pavia; i musicisti eccezionali, i contrabbassisti Tito Mangialajo Rantzer e Joe Fonda; la scelta ardita, il duo; la luce pessima, dominante arancione. Queste le condizioni del bellissimo concerto che si è tenuto un venerdì sera di novembre appunto al Caffè Teatro di Pavia, locale dove l’intelligenza del titolare fa sì che si possa trovare sempre della buona musica e dell’ottimo jazz in particolare. Ero lì per ascoltare un amico, Tito, ma anche per scattare qualche fotografia. Dominante a parte, la luce era davvero pochissima e ho dovuto salire a 3.200 Iso. La mia Fuij X-T3 ha retto alla prova, credo.

  • Fuji X Series,  musica,  Ritratti,  Spettacoli

    Prove barocche

    A volte i momenti delle prove di un concerto sono più affascinanti e interessanti del concerto stesso. Anche fotograficamente, in particolare per quella che viene definita “musica colta”. Durante i concerti di musica barocca o da camera, infatti, non sempre è facile cogliere le espressioni degli artisti e le luci sono spesso tutt’altro che buone per uno scatto che sia decente. Durante le prove, invece, si può lavorare molto sulle espressioni. Ed è quello che ho fatto per un anno intero seguendo appunto le prove dei concerti della rassegna di musica barocca organizzata e pensata da Giulio Prandi per il Collegio Ghislieri di Pavia. E proprio Prandi, insieme alla cantante Marlin Petersen, sono ritratti in queste fotografie.

    Malin Petersen e, di schiena, Giulio Prandi
    Giulio Prandi
    Marlin Petersen, al centro, durante le prove al teatro Fraschini
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    Il jazz e la fotografia

    Tra non molto, il 14 settembre, inizia il festival “Voghera fotografia 2019”, una rassegna che comprende tantissimi appuntamenti, workshop, mostre, dibattiti (https://www.facebook.com/Voghera-Fotografia-2204091109821407/). Quest’anno gran parte delle mostre saranno dedicate al jazz, con le immagini di grandi professionisti e, di conseguenza, di grandi musicisti. Ci sarà anche uno spazio di quattro appuntamenti – incontri con musicisti e fotografi – organizzati dal quotidiano per cui lavoro, la Provincia Pavese, e che avrò il piacere (e l’impegno) di coordinare. Come ho detto più volte, fotografare la musica non è semplice, fotografare il jazz è del tutto particolare. Si ha un vantaggio, spesso i musicisti (a parte qualcuno che se la tira un po’ troppo…) non hanno problemi se li fotografi; lo svantaggio è che si suona spesso in locali dove le luci non sono il massimo, inoltre i musicisti non si muovono come i cantanti pop e rock. Magari restano in piedi, fermi, ad occhi chiusi, per tutto un brano. Questa mia fotografia è di qualche anno fa, scattata a Pavia alla rassegna Dialoghi per due.

    Il contrabbassista Lars Danielsson
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    Non è facile per niente

    Nel nostro meraviglioso Paese dei sessanta milioni di allenatori della Nazionale di calcio e degli altrettanti sessanta milioni (e rotti) di presidenti del Consiglio, figuriamoci se non troviamo anche sessanta milioni di fotografi. Intendo dire, fotografi professionisti. La differenza tra un fotografo, anche bravo, e un fotografo professionista, è abissale. Per gli obiettivi da raggiungere, da garantire. Perché – faccio un esempio paradossale – se ti chiedono, subito, una foto di tramonto e quella sera il tramonto non c’è (fotograficamente parlando) tu lo devi scattare lo stesso. Come? Ecco, qui si vede la differenza tra fotografo professionista e bravo dilettante. Me ne sono reso conto, per lavoro, diverse volte. Mi è capitato di dover avere una foto di un incidente stradale, e l’incidente stradale non c’era più, o di un evento in genere, e l’evento era bello che finito. Non è facile, garantisco. Lavorando con tanti fotografi, e spesso fotografando direttamente io, so di cosa parlo. Ma non sempre lo sai. L’ho compreso appieno una sera, quando Luca, un amico fotografo specializzato in concerti, mi ha chiesto di sostituirlo per un lavoro serale, a Milano. Quella volta ho fotografato da professionista di quella “specialità” e mi sono reso conto delle grandi difficoltà e della tensione del dover avere almeno una foto buona. Non saprei giudicare il risultato, ma avendo visto poi le sue fotografie, lui avrebbe fatto decisamente meglio. Quindi, prima di sentenziare di fotografia, bisognerebbe, a volte, sapere di cosa si sta parlando. Ah, ecco, queste sono alcune foto di quella sera (e come vedete, sono abbastanza bruttine).

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    Jazz

    Fotografare ai grandi concerti pop e rock deve essere emozionante. Non mi è mai capitato, quest’anno vedrò di rimediare… Per ora mi sono emozionato con il jazz. Credo che il fatto di suonarlo, il jazz, di conoscerne molti aspetti anche tecnici, mi aiuti a scattare immagini che, spero, raccontino bene cosa significa fare musica. Nell’istante in cui si fa. Questa è una delle fotografie che mi piacciono di più. Al contrabbasso c’è un amico, Tito Mangialajo Rantzer, grandissimo musicista di Pavia.

    Tito Mangialajo Rantzer, contrabbasso