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Grado, lungomare
A giugno Grado è splendida. Poca gente in lungomare, la sera la luce del tramonto è perfetta. La gente passeggia silenziosa, è una città di mare tutta speciale. In questa immagine ciò che mi ha colpito è lo sguardo di quella coppia, affacciata sul mare, che guardava l’orizzonte da quella piccola balaustra di metallo costruita sulla barriera frangiflutti.
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Estrapolazione
Il dizionario ci spiega che estrapolare significa: estrarre qualcosa da un contesto. In fotografia, come molti sanno, è un’operazione che permette di ottenere buone immagini, a volte persino più che buone, pur in assenza di un contesto che abbia interesse. Ad esempio, ed è il caso di questa fotografia (non originalissima, per quello che mi riguarda, avendone già scattata una simile alcuni anni fa, anche se a colori), che rappresenta le cassette della posta su un portone. Le linee e le ripetizioni rendono, secondo me, l’immagine di qualche interesse, in particolare se si pensa che nella strada che stavamo percorrendo non c’era praticamente nulla d’interessante. Ecco, l’estrapolazione (o la selezione dei dettagli) può essere utile almeno come esercizio.
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Trezzo d’Adda
La pandemia ti costringe a trovare soluzioni diverse per trascorrere le tue giornate di ferie. Niente viaggi, niente luoghi esotici e, con l’aria che tira in questo periodo, è già un bel successo se puoi uscire fuori dai confini del tuo comune. E così, un giorno, siamo andati a scoprire una splendida passeggiata lungo l’Adda, appunto partendo da Trezzo d’Adda. Fotograficamente parlando, una luce improbabile: sfortuna ha voluto che tutto ciò che pareva interessante fosse in controluce o nella posizione sbagliata. Oppure ero io che non vedevo nel modo giusto. Insomma, si è fatto il possibile. Come in questo caso.
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Oggetto n° 2
Il secondo esperimento è a colori. Una coppia di oggetti: un vaso di vetro lavorato e un mandarino. Anche qui, gli stessi strumenti e le stesse impostazioni della fotografia precedente: Fuji X-T4, obiettivi 35mm e 23mm, un flash Godox, un trigger Godox, una piccola softbox 23×18 cm. Il tutto sfruttando il tavolo da cucina, una scaletta portatile e una coperta di colore nero. Questa volta l’illuminazione è dall’alto, ancora, ma un po’ laterale. Il vaso in realtà era di vetro bianco, gli ho dato una tinta con Photoshop.
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Oggetto n° 1
La clausura da Coronavirus impone anche di studiare altre forme fotografiche. Anche per tenersi allenato e trovare gli strumenti giusti nel momento del bisogno. Così, inizio il gioco con questa elegante tazza che tiriamo fuori solo quando ci sono ospiti. Strumenti utilizzati: Fuji X-T4, obiettivi 35mm e 23mm, un flash Godox, un trigger Godox, una piccola softbox 23×18 cm. Il tutto sfruttando il tavolo da cucina, una scaletta portatile e una coperta di colore nero. Per quanto riguarda l’illuminazione, luce evidentemente dall’alto accentuata poi utilizzando Photoshop nella prima foto, luce laterale nella seconda.
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Autoritratto da lockdown
Bloccati ancora in casa. Maledetto Covid-19. Bloccati in casa senza poter viaggiare, andare per città, vedere luoghi e persone nuove. E poi piove, fa freddo. Insomma, ci sono tutte le condizioni per non riuscire a fotografare. E così, malgrado l’evidente imbarazzo che il modello scelto non può che provocare, mi sono messo a giocare con il Venus Laowa 9mm f/2.8 Zero-D, un bel supergrandangolo manuale che sulla mia Fuji X-T3 funziona davvero bene (dipende poi dall’uso che se ne vuole fare). E’ assolutamente inadatto ai ritratti, e proprio per questo non potevo che usarlo per giocare. Ecco qualche scatto. Roba da lockdown…
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Più bravi di te (di me)
Lo ammetto. Ogni tanto (suvvia: spesso) sono convinto di fare delle buone fotografie. Anzi, persino ottime. Lo ammetto. Mi capita di osservare le fotografie scattate dagli altri e guardarle dall’alto al basso. Lo ammetto, dai. Quando fotografo per lavoro mi sento (ok, ok, è una personale sensazione) persino un professionista. Infine, come qualche volta capita a qualcuno di noi, confronto le mie fotografie con quelle di altri più bravi, i veri professionisti, e colgo un mormorio nella mia testa, un sussurro che dice: ah, potevi farla anche tu, quella fotografia. Poi, come direbbe un personaggio televisivo che si occupa di cucina, faccio un test. Partecipo a tre concorsi fotografici nazionali. Per la prima volta in vita mia. Concorsi seri, pago la mia quota, scelgo le mie fotografie. E non vinco niente. Non solo. Verifico le foto dei vincitori e prendo atto, finalmente, che sono più azzeccate, migliori delle mie. Insomma, mi sono auto-rimesso già dal mio personalissimo piedistallo. Credo faccia bene. E pubblico, ovviamente, alcune delle foto che ho inviato ai concorsi. E che non sono piaciute a nessuno. Per favore, qualcuno mi dica che tutto sommato non erano malaccio…
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Auto nella nebbia
Sì, è un bel po’ di tempo che non pubblico fotografie. La pandemia non aiuta, il lavoro da casa inchioda davanti a uno schermo, i due passi sotto casa, per andare a comprare il pane o fare la spesa non invitano a fotografare. Mi sono bloccato per qualche mese. Ora voglio riprendere. Ho scattato questa fotografia come prima, ri-uscendo da casa. Passa un’auto. click. Vedremo il resto.
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Berlino antica e moderna
Due sono le città nelle quali, fotograficamente parlando, mi sono trovato più a mio agio: Berlino e Praga. Non so darmi una spiegazione, al di là del fatto che sono luoghi affascinanti, moderni e antichi nello stesso tempo, dove gli spunti non mancano mai, basta saperli vedere. Tra le tante immagini, certamente migliori credo, ho scelto questa perché appunto grazie ai riflessi del Deutsches Historisches Museum si mettono insieme storia e attualità di Berlino.
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Pronti a farsi fotografare
Se proprio siete senza modelle o modelli, una buona soluzione per fotografare, in particolare per fare ritratti, è partecipare a una manifestazione di cosplayer, ossia – genericamente – quegli appassionati di film, fumetti, personaggi, manga e metteteci un po’ di tutto, che si riuniscono in costume imitando personaggi appunto più o meno famosi. E di solito sono tutti disponibilissimi a farsi fotografare. Un giorno ho partecipato, ovviamente come fotografo, a un appuntamento del genere a Milano, scattando alcune immagini. Tra queste una serie di ritratti che, normalmente, non sarei riuscito ad ottenere (e probabilmente neppure a immaginare). I personaggi erano tutti ispirati a Star Wars (e credo di non averne riconosciuto uno).