Colori
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Albania, dalla piramide di Hoxha
Dell’Albania ci sarebbe tantissimo da raccontare e da pubblicare. Ma, come sempre, tutti hanno già fotografato e raccontato. Il problema, per chi come me legge tantissimo e guarda le immagini realizzate dagli altri (nella maggior parte più bravi di me), è la sensazione del “già fatto” che uno si porta dietro. Cercherò di superarla con qualche scatto che ho realizzato durante il nostro viaggio in auto tra Croazia e Albania. E ritorno dall’Italia. Qui, una vista curiosa della moschea Namazgâh di Tirana, grazie ad una colorata prospettiva trovata dall’alto della piramide dedicata a Enver Hoxha, il leader storico dell’Albania comunista.
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L’isola dei Conigli (raggiunta a piedi)
La prima cosa che dice Paola è: “Una cosa da turisti, non ci andiamo”. La mia osservazione: “Ma noi SIAMO turisti”. Ok, era una cosa da turisti. Ma ci siamo andati perché avevo intenzione di scattare qualche immagine di quel fenomeno. Ossia, citando la notizia da Bresciaoggi.it, “non è mai stato così basso il livello dell’acqua nel Lago di Garda durante il periodo invernale: l’ultima volta risale a più di 30 ann fai. Un fenomeno che ha fatto riaffiorare l’istmo che congiunge la terraferma con la piccola Isola di San Biagio, conosciuta anche con la denominazione di Isola dei Conigli, a Manerba sul Garda, in provincia di Brescia”. Ecco. Il problema, fotograficamente parlando, era che tutta Italia, beh magari non tutta, aveva scattato fotografie di quel fenomeno. Mi sono aggiunto, spero, con un briciolo di originalità (ma non ne sono certissimo…). Ecco il risultato.
Verso l’isola dei Conigli - Città e Paesi, Colori, Fuji X Series, Luce, Paesaggi, Street photography, Tecnica fotografica, Viaggiare
I colori pastello di Ostenda
Della luce di Ostenda ho già raccontato nella fotografia che precede questa. Ma insisto perché, davvero, la luce di quel tardo pomeriggio di ottobre difficilmente la dimenticherò. Anche la spiaggia, con i ragazzini che si inseguivano sollevando la sabbia, faceva parte del fascino generale della giornata. Il taglio assolutamente orizzontale secondo me dà un senso di serenità che la luce stessa rafforzava. Insomma, con quei colori come ti sarebbe mai venuto in mente di metterti a gridare?
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Lungomare a Ostenda
Ancora adesso devo capire se quella luce di una giornata nuvolosa ad Ostenda in un freddo sabato di ottobre fosse la migliore che ho mai incontrato da quanto fotografo. Soffice come la panna, delicata come una piuma, rendeva tutto etereo e i colori pastello. Ho avuto la sensazione che il bianco e nero sarebbe stato un fallimento, ma temevo nello stesso tempo che trattare quei colori sarebbe stata un’impresa fallimentare.
Ancora adesso, sono convinto che quella luce fosse bella e impossibile.
Fate voi. -
Ci sono delle volte che…
Ci sono delle volte che la fotografia probabilmente piace soltanto a te che l’hai scattata. In questo caso, è successo durante l’ultimo viaggio in Abruzzo. Con Paola e Ilaria stavamo raggiungendo il castello aragonese di Ortona – era il tardo pomeriggio – quando ho notato, nascosto da una siepe, uno spazio di un locale: tavolini, sedie, un ombrellone. Sullo sfondo, il mare e il cielo che si stava liberando dalle nuvole. Una luce blu secondo me perfetta che aveva trasformato quello spazio, quel mare e quel cielo in una sorta di dipinto. Insomma, un soggetto che non raccontava niente, ma un colore, una luce, che a me parevano magici. Ma, come premesso, probabilmente questa fotografia piace soltanto a me.
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Non volevo copiare Fontana
Ogni volta che scatto una fotografia del genere, mi sento in colpa. Come se avessi copiato durante un compito in classe. Ma non c’è niente da fare: la lezione di Franco Fontana è una di quelle che non dimentichi, che ti ritrovi sempre davanti quando affronti un paesaggio. E così, anche questa volta, guardando il mare dalla costa di Ortona, in Abruzzo, con a fianco il castello aragonese, nel momento in cui scatti ti senti (in piccolo, molto in piccolo) come Franco Fontana, E nella testa, ancor prima di fare clic, hai in mente questa immagine. Ho cercato, poi, di darle un taglio tutto verticale perché così mi piaceva.
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Indigestione di colore (Burano)
Per uno come me, che ama fotografare costruendo e pensando in bianco e nero, Burano è un risveglio brutale nel mondo del colore a tutti i costi. Oddio, non che non si possa fotografare in bianco e nero anche lì, ma il colore ti chiama prepotentemente. Così, ho scelto quattro fotografie che provano a raccontare appunto la tavolozza cromatica di quel paese immerso nella laguna veneta.
Burano, i suoi colori -
Un classico dei classici
Se qualcuno, guardando questa fotografia, mi contesterà che è la “solita foto di Burano”, avrà probabilmente ragione. Ma quando con il traghetto, per la prima volta, scopri questo panorama, sembra unico, disegnato soltanto per te e non per i milioni di viaggiatori che hanno avuto il piacere di osservarlo. E così, come uno dei tanti singoli viaggiatori, ho scattato la solita foto. Con il solito piacere, poi, di rivederla e di farla vedere agli altri.
Burano, arrivando con il traghetto -
Pozzanghera a Voghera
“Se sai ascoltare, anche in una scarpa puoi sentire il mare”. Non ricordo dove avevo letto questo calembour ma come forse intuite è un piccolo gioco di parole dove il termine “conchiglia” viene sostituito da “scarpa”. La frase originale parla di fantasia, anche la seconda, ma con un sorriso in più. La foto che pubblico è pura fantasia, nasce da uno sguardo, dalla luce e dal riflesso di una pozzanghera dopo un giorno di pioggia a Voghera, davanti all’ingresso dell’area di sosta della stazione ferroviaria. Luce, colori, riflessi. Tutto qui. E saper ascoltare, anzi vedere.
Voghera, riflessi -
La luce (quasi) perfetta
Amo scattare immaginando il bianco e nero. Anzi, grazie alle possibilità che mi offre la mia Fuji X-T3, a volte lascio il mirino monocromatico. Preferisco il bianco e nero al colore perché, da quando ho cominciato a tenere in mano una fotocamera – e parliamo di oltre quarant’anni fa – ho sempre visto il mondo così. E poi, per chi ha fotografato lungamente in analogico, stampandosi negativi e positivi in casa, nel bagno, il bianco e nero resta nel cuore. Ma ci sono delle volte in cui proprio il mondo ti appare (quasi) perfettamente a colori. Mi è accaduto, ad esempio, qualche tempo fa a Lavarone, in montagna, in un periodo di grandi nevicate. E queste due case, questo cielo, non potevano essere che a colori.
Lavarone (Trento)