Guardare
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Ti guarda negli occhi
Quando una bambina che non conosci ti guarda così intensamente, e lo fa nell’attimo in cui stai scattando la fotografia, tutto diventa più semplice. E’ successo diverso tempo fa, a Voghera, in piazza Duomo, mentre fotografavo (per lavoro, quella volta), la sfilata di carnevale organizzata per i bambini (anche se di costumi ce n’erano pochini). Questa immagine mi era talmente piaciuta che poi l’ho utilizzata anche per i miei biglietti da visita (sì, una volta si usavano i biglietti da visita…).
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Fashion Factory
Il tentativo era chiaro: ottenere il contrasto tra gli operai all’esterno del negozio, in attesa di riprendere il lavoro, e la scritta “Fashion Factory”. Insomma, tra le tute e le magliette, abiti da fatica, senza alcun obiettivo di eleganza, e il senso della scritta, appunto collegata allo stile e alla moda. Più o meno è riuscito, ma tutto sommato convincente, direi.
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Il momento decisivo
A definire, fotograficamente parlando, “il momento decisivo”, è stato uno dei più grandi: Henri Cartier Bresson. Con la sua sua Leica 35mm in mano fotografava la poesia del mondo. “Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento”, diceva. Beh, aveva assolutamente ragione, chiunque abbia questa passione lo sa perfettamente. Ora, non intendo neppure lontanamente fare un paragone con Cartier Bresson. Ma quella volta, ad Amsterdam, quella bambina che giocava, un po’ intimorita con il manichino, l’ho ritratta, credo, proprio nel momento giusto. Il mio piccolo, umile, momento decisivo.
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Lungo il muro
Resto dell’idea che l’occhio del fotografo debba essere essere pronto a cogliere immagini interessanti in ogni occasione. Questo muro, che delimita l’ingresso di una caserma, era lungo una delle strade del centro storico di Lodi. Ero lì per visitare lo splendido Festival della Fotografia Etica, e passando da una mostra all’altra, la linea del muro e il cielo sullo sfondo mi hanno incuriosito. Ed ho scattato questa fotografia. Poi l’ho trasformata in bianco e nero agendo solo su contrasto, neri ed esposizione.
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Venezia
Come al solito. Stai in una città come Venezia per un’intera giornata e quando torni a casa riguardi le fotografie che hai scattato. E scopri che solo una, tutto sommato, ti piace davvero. Ed è la meno “veneziana”, se così si potesse dire, di tutte quelle che hai fatto. Però ti piace.
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Sacre ragnatele
La bella chiesa di Santa Maria Nascente, alla frazione Argine di Bressana Bottarone, in provincia di Pavia, si trovava sul percorso delle visite guidate del Fai. All’interno, come dice il nome, una statua dedicata alla Madonna. Niente di speciale, anche se la chiesa ha i suoi anni: è della fine del Settecento. Detto questo, un suggerimento al parroco: quando sai che passano i turisti, dà una spolverata. Perché la Santa Maria Nascente non sta bene con la ragnatela al naso…
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Beh, un giro in galleria…
Si può andare a Milano e non fare un giro in galleria? Non passare per piazza Duomo? Si può, in una affollatissima domenica d’ottobre, scattare una fotografia appena decente che racconti Milano, la galleria, la folla, la moda? Boh. Io ci ho provato con questa…
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Due braccia, una statua
Cogliere l’attimo è sempre una soddisfazione. Marsiglia, una mattina all’interno di un quartiere popolare, di fronte all’entrata della metro. C’è una statua con sopra un graffito anarchico, accanto ci sono due due persone di colore, una la ha posizione del braccio simile a quella della statua, è appoggiato ad un paletto. Anche le persone sullo sfondo sono nel posto giusto, a voler essere pignoli solo il ragazzino sulla sinistra è purtroppo coperto da un altro paletto. Non so perché, ma la composizione della fotografia mi sembra buona, per cui la pubblico.
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Il gatto e il pesce
La connessione era scontata. Sei in giro per la Sicilia e ti imbatti in un banchetto che vende pesce. E il gatto che fa? Se ne sta lì, a debita distanza, senza battere ciglio (diciamo così), in attesa che uno scarto di quel pesce sia disponibile. La fotografia era scontata come la situazione.
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Idee per il Naviglio Pavese
Tutt’altro che facile. Alla Provincia Pavese abbiamo indetto un concorso fotografico in occasione dei duecento anni del Naviglio Pavese. Potevamo non farlo, noi che abbiamo la redazione che si affaccia su questo bellissimo corso d’acqua? Ma quando chiedi a qualcuno di mettersi in gioco, è anche giusto provare ad affrontare le stesse difficoltà nel raccontare per immagini questo naviglio che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni (e quindi, di fatto, non lo vediamo). Ho speso un’ora, in bicicletta, per percorrerlo avanti e indietro, nel tratto compreso nel territorio di Pavia. Ho fatto qualche scatto provando stili diversi. Questo è il risultato. Questo il link per partecipare al concorso.