Luce
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Val d’Orcia, luce in chiesa
Durante la vacanza in Val d’Orcia capita anche spesso di visitare una chiesa. Alcune belle, alcune meno belle, altre persino insignificanti. Fotograficamente, dipende. In questa era una questione di luce che poi, evidentemente, ho esaltato in post produzione, sempre con l’obiettivo di divertirmi anche dopo aver viaggiato e fotografato. I puristi mi perdonino.
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L’isola dei Conigli (raggiunta a piedi)
La prima cosa che dice Paola è: “Una cosa da turisti, non ci andiamo”. La mia osservazione: “Ma noi SIAMO turisti”. Ok, era una cosa da turisti. Ma ci siamo andati perché avevo intenzione di scattare qualche immagine di quel fenomeno. Ossia, citando la notizia da Bresciaoggi.it, “non è mai stato così basso il livello dell’acqua nel Lago di Garda durante il periodo invernale: l’ultima volta risale a più di 30 ann fai. Un fenomeno che ha fatto riaffiorare l’istmo che congiunge la terraferma con la piccola Isola di San Biagio, conosciuta anche con la denominazione di Isola dei Conigli, a Manerba sul Garda, in provincia di Brescia”. Ecco. Il problema, fotograficamente parlando, era che tutta Italia, beh magari non tutta, aveva scattato fotografie di quel fenomeno. Mi sono aggiunto, spero, con un briciolo di originalità (ma non ne sono certissimo…). Ecco il risultato.
Verso l’isola dei Conigli -
Lago di Ledro a febbraio (che freddo!)
Il Ladro di Ledro, troviamo su un sito dedicato, “è uno tra i più belli e puliti del Trentino, situato a 650 m d’altitudine. Acque limpide, dal cangiante color turchese, in cui tuffarsi nelle calde giornate estive oppure dove praticare la pesca, la vela e altri sport acquatici”. In estate deve essere una meraviglia. Ma il 18 febbraio del 2023 non era esattamente così. Solo 5 gradi di temperatura massima, nebbia, umidità che entrava nelle ossa, visibilità a volte davvero minima. Avevamo pensato di fare una breve vacanza sul lago di Garda, per goderci il sole invernale, e invece ci ritroviamo, per una volta quest’anno, in una giornata davvero tipica della stagione. La solita fortuna. Sta di fatto che, in gran parte immersi nella nebbia nella seconda fase della camminata, raggiungiamo il lago di Ledro partendo quasi dal lago di Garba. Non una scalata, ma insomma, 15 chilometri andare e tornare. Salvati, vero l’una e mezza, dall’unico locale aperto (con tanto di stufa). Ah, e il lago? Quel giorno chi l’ha visto. Ma nella giornata seguente, dopo un’altra passeggiata un po’ più breve, una decina di chilometri tra salita e discesa, siamo ripassati da quelle parte e qualche fotografia sono riuscito a scattarla.
Il lago di Ledro Solo per chi fosse interessato alla passeggiata, che in primavera deve essere uno spettacolo, inserisco anche il percorso di quella giornata.
Il percorso per raggiungere il lago di Ledro -
Controluce trentino
Non è stato facile fotografare in quelle condizioni. Confermando quanto detto nei due post precedenti, quando mi sono trovato di fronte alla meraviglia di queste montagne delle Dolomiti ho provato comunque a scattare qualche immagine, anche se la gestione del controluce non è stata esattamente uno scherzo. Comunque sia, questo è uno dei risultati che, garantisco, non riesce a trasmettere tutta la meraviglia di quell’incontro con le vette.
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Un paesaggio da favola
Dicevo, nel post precedente, che anche quelli non proprio bravissimi con la fotografia paesaggistica, a volte non faticano a raccontare un luogo con le immagini quando quel luogo è meraviglioso di suo. In Trentino, in una giornata fredda ma soleggiata, con le nuvole al posto giusto, persino un terrificante controluce può diventare un’ottima opportunità per documentare quel territorio. Un po’ di necessaria “rettifica” in post produzione per recuperare le ombre, e poi queste Dolomiti sullo sfondo che presto – la camminata è appena iniziata – raggiungeremo.
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Vette del Trentino
Non sono mai stato un appassionato della fotografia di paesaggio. Magari semplicemente per incapacità manifesta. Vai tu a saperlo. Insomma, finisce che ogni volta che si va da qualche parte, mi trovo sempre a fotografare persone, luoghi, situazioni, ma raramente i paesaggi. Succede però, com’è successo, che la la vacanza sia stata dedicata solo alle passeggiate in montagna, e allora cosa fai? Non fotografi. La fortuna ha voluto che ci fosse una tutto sommato discreta luce, che i paesaggi fossero già meravigliosi di loro e che difficilmente avrei potuto peggiorarli. Ad esempio, di fronte a uno squarcio del genere, in Trentino.
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Omaggio a Gianni Maffi
Molto umilmente, ho trovato nelle fotografie di Gianni Maffi, un grande artista del bianco e nero, qualche collegamento con il mio modo di raccontare per immagini. La stessa scelta di contrasti, a volte di soggetti e di inquadrature. Tra le mie fotografie e le sue, naturalmente, c’è un abisso dovuto all’esperienza, alla cultura fotografica, alla tecnica decisamente più approfondita. Ma insomma, qualche piccola assonanza l’ho riscontrata. Domenica scorsa, in attesa di una persona che era in visita ad un parente in ospedale, ho fatto due passi nella piazza principale di Cuorgnè, in Piemonte, dove c’erano da poco le giostre. In mezz’ora di foto, ho scattato alcune immagini, tra cui questa.
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I colori pastello di Ostenda
Della luce di Ostenda ho già raccontato nella fotografia che precede questa. Ma insisto perché, davvero, la luce di quel tardo pomeriggio di ottobre difficilmente la dimenticherò. Anche la spiaggia, con i ragazzini che si inseguivano sollevando la sabbia, faceva parte del fascino generale della giornata. Il taglio assolutamente orizzontale secondo me dà un senso di serenità che la luce stessa rafforzava. Insomma, con quei colori come ti sarebbe mai venuto in mente di metterti a gridare?
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Lungomare a Ostenda
Ancora adesso devo capire se quella luce di una giornata nuvolosa ad Ostenda in un freddo sabato di ottobre fosse la migliore che ho mai incontrato da quanto fotografo. Soffice come la panna, delicata come una piuma, rendeva tutto etereo e i colori pastello. Ho avuto la sensazione che il bianco e nero sarebbe stato un fallimento, ma temevo nello stesso tempo che trattare quei colori sarebbe stata un’impresa fallimentare.
Ancora adesso, sono convinto che quella luce fosse bella e impossibile.
Fate voi. -
Il fascino della spiaggia
La spiaggia affollata mi irrita. Anzi, mi fa venire l’ansia. Se posso, quando posso, la evito. Nel viaggio di avvicinamento alla Puglia e al Salento, una breve tappa in centro Italia, sempre sul mare Adriatico, verso l’Abruzzo. Dove di folle di turisti non ce n’erano, per fortuna. E verso sera, i bagnanti si erano ritirati in albergo o nelle loro case per la cena. Un momento perfetto per fotografare la spiaggia che, a quell’ora e con quella luce, assume un suo fascino particolare.
La sera, in spiaggia