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La fregatura del mezzo pubblico

Per una serie di ragioni, sono andato a Milano un po’ di volte con mia moglie. In centro. Mi sono chiesto se fosse meglio utilizzare il mezzo pubblico o l’automobile privata, al di là della comodità. Probabilmente, questo è un ragionamento già fatto da altri, ma vale la pena ripeterlo con l’aiuto dell’Ai e le opportune correzioni (perché l’intelligenza artificiale ne “cicca” di dati). Ecco cosa di sintetizza l’Ai per il percorso in auto:
Quindi, per il viaggio di andata e ritorno con sosta di un’ora e pagamento Area C, il costo complessivo è di circa 17-18 euro, secondo il tipo di carburante e la zona di parcheggio privilegiata.
Poi, ieri, siamo andati a Milano utilizzando quasi solo i mezzi pubblici:
Auto fino al parcheggio della stazione: costo 6 euro per la sosta. Poi 17,16 euro per il treno andata e ritorno. Complessivamente, dunque, 23,16 centesimi.
Avremmo potuto utilizzare l’autobus cittadino invece dell’auto in sosta alla stazione, ma il costo sarebbe stato uguale. Vediamo ora i tempi di percorrenza. Utilizzando l’auto:
Il tempo di percorrenza in auto da casa tua a Pavia fino a via Montesanto a Milano, partendo alle ore 13, è di circa 45-50 minuti. Vanno aggiunti 5/10 minuti per parcheggiare.
Utilizzando auto (parcheggio alla stazione) e treno (tempo verificato avendo scelto questa opzione):
Risultato: partendo alle 13 con l’auto da casa tua puoi essere in via Montesanto intorno alle 14:25-14:30, utilizzando la S13 e parcheggiando all’arrivo alla stazione di Pavia. Quindi 1 ora e 25 minuti.
Ma se utilizzassi solo mezzi pubblici? Ecco:
Partendo alle 13 da casa, puoi essere in via Montesanto intorno alle 14:15-14:20 usando solo bus e S13.
Questo dato è da verificare, ma può essere vero se corrispondono gli orari del bus con quelli del treno relativamente all’orario in cui devo essere a Milano.
In ogni caso, in auto ci si mette meno tempo e si spende la stessa cifra con i mezzi pubblici. La convenienza c’è soltanto se si viaggia singolarmente. Insomma, per i single vita facile, per coppie e famiglie il mezzo pubblico è troppo, troppo costoso. Bisogna essere ricchi per essere ecocompatibili. -
Preparandosi a Capodanno
Con il trascorrere del tempo, la mia nipotina è diventata meno scorbutica quando arriva il momento di farsi fotografare. E ha imparato ad assumere delle belle pose, che naturalmente sono gran parte della qualità di un ritratto. Stavolta, velocissima, si è piazzata a capotavola mentre stavano preparando per la cena di Capodanno. Uno scatto veloce, poi via a giocare con il cane o in cucina per rubare qualche boccone prelibato in anticipo. Buon 2022, verrebbe da dire (e sperare).
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Autoritratti da viaggio
Da un po’ di tempo, meglio: finché si è viaggiato, Paola ed io ci scattiamo sempre un autoritratto e spesso lo facciamo utilizzando gli specchi. In particolare quelli degli ascensori. Oddio, niente di particolarmente originale, ma ci sono sempre piaciute queste immagini. Anche se non è facile farne una diversa per viaggio. Questa è da Marsiglia, in Francia.
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Cugine
Il bello è che la notte di San Silvestro, a cena nel rifugio sopra Saint Denis, di fotografie della serata ne scatti parecchie: a tavola, fuori all’aperto intorno al fuoco, di gruppo, la camminata per raggiungere i 1600 metri innevati e silenziosi. Insomma, di spunti sai quanti ce ne sono per fare click?E invece, alla fine, l’unica fotografia che ti piace davvero è quella di Ilaria e Cecilia che, abbracciate, scherzano in attesa che cominci la cena.

Cecilia e Ilaria a Saint Denis -
La forza degli anni
Il tempo lascia i segni. Segni che possono raccontare una storia. Quando fotografo mio suocero Giovanni, che ormai di anni ne ha novanta, rivedo la sua storia personale scolpita nel volto e nelle mani. Riesco solo a fotografarlo in bianco e nero, non è una scelta stilistica, ma il colore mi dà l’impressione di sottovalutare proprio i segni di cui parlo.

Giovanni -
Un ritratto (Cecilia)
C’è stato un periodo in cui mi ero appassionato ai ritratti. Un settore della fotografia solo apparentemente semplice nel mondo dei selfie e dell’immagine a tutti i costi. In realtà, cogliere espressioni, sguardi, atteggiamenti originali nelle persone che stai fotografando è un’operazione di incredibile complessità. In questo caso, grazie alla pazienza di mia nipote Cecilia, il ritratto alla fine mi era piaciuto. Dopo tanto tempo, lo pubblico su questa pagina.

Cecilia, novembre 2013 -
Carlo in concerto
Non può che essere una delle mie fotografie preferite. O meglio, dei migliori momenti in cui mi è capitato di scattare. Mostra mio figlio, Carlo, in concerto nel cortile dell’università di Pavia. E’ una foto di qualche tempo fa, ma il suo modo di stare dietro la tastiera non è mai cambiato. In questo caso, tecnicamente parlando, ho lavorato ovviamente in manuale, recuperando qualche ombra in fase di post produzione e cercando far risaltare il fumo artificiale.

Carlo Maida in concerto


