Post produzione
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Alberi e prospettive
Se sei in vacanza in Toscana, e in particolare in certe valli della Toscana come la Val d’Orcia, prima o poi la scatti una fotografia del genere. In questo caso, tecnicamente parlando, ho stretto sui due filari di alberi, eliminando le distrazioni della strada, ho esaltato i contrasti tenendo conto che il colore verde, in bianco e nero, è sempre delicato da trattare, specie quando abbonda. Questo è il risultato dopo un accurato lavoro di post produzione.
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Val d’Orcia, luce in chiesa
Durante la vacanza in Val d’Orcia capita anche spesso di visitare una chiesa. Alcune belle, alcune meno belle, altre persino insignificanti. Fotograficamente, dipende. In questa era una questione di luce che poi, evidentemente, ho esaltato in post produzione, sempre con l’obiettivo di divertirmi anche dopo aver viaggiato e fotografato. I puristi mi perdonino.
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Val d’Orcia, paesaggio
Ok, lo ammetto. C’è stato un ritocchino in post produzione. Non me ne vogliate, ma dopotutto uno fotografa anche per divertirsi. E non credo che non ci sia niente di male, almeno non troppo, specie se lo si ammette. Beh, insomma, questo è il paesaggio che ci si trova (o che ci si vorrebbe trovare) davanti viaggiando in Val d’Orcia. Che dite? Non vale la pena farci un salto una volta o l’altra?
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Lago di Ledro a febbraio (che freddo!)
Il Ladro di Ledro, troviamo su un sito dedicato, “è uno tra i più belli e puliti del Trentino, situato a 650 m d’altitudine. Acque limpide, dal cangiante color turchese, in cui tuffarsi nelle calde giornate estive oppure dove praticare la pesca, la vela e altri sport acquatici”. In estate deve essere una meraviglia. Ma il 18 febbraio del 2023 non era esattamente così. Solo 5 gradi di temperatura massima, nebbia, umidità che entrava nelle ossa, visibilità a volte davvero minima. Avevamo pensato di fare una breve vacanza sul lago di Garda, per goderci il sole invernale, e invece ci ritroviamo, per una volta quest’anno, in una giornata davvero tipica della stagione. La solita fortuna. Sta di fatto che, in gran parte immersi nella nebbia nella seconda fase della camminata, raggiungiamo il lago di Ledro partendo quasi dal lago di Garba. Non una scalata, ma insomma, 15 chilometri andare e tornare. Salvati, vero l’una e mezza, dall’unico locale aperto (con tanto di stufa). Ah, e il lago? Quel giorno chi l’ha visto. Ma nella giornata seguente, dopo un’altra passeggiata un po’ più breve, una decina di chilometri tra salita e discesa, siamo ripassati da quelle parte e qualche fotografia sono riuscito a scattarla.
Solo per chi fosse interessato alla passeggiata, che in primavera deve essere uno spettacolo, inserisco anche il percorso di quella giornata.
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La stazione di Lisbona
La stazione di Lisbona Oriente (in portoghese estação de Lisboa-Oriente), conosciuta anche come stazione d’Oriente (gare do Oriente) o stazione intermodale di Lisbona (gare intermodal de Lisboa), è la stazione ferroviaria principale di Lisbona in Portogallo e nodo cruciale di tutta l’infrastruttura dei trasporti dell’area metropolitana di Lisbona. Ed è stato anche il primo luogo del Portogallo che ho fotografato arrivato in aeroporto appunto a Lisbona. Anche qui, come in altri casi, il cielo e le nuvole hanno aiutato a creare un’immagine accattivante, come le linee ardite dell’edificio.
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Controluce trentino
Non è stato facile fotografare in quelle condizioni. Confermando quanto detto nei due post precedenti, quando mi sono trovato di fronte alla meraviglia di queste montagne delle Dolomiti ho provato comunque a scattare qualche immagine, anche se la gestione del controluce non è stata esattamente uno scherzo. Comunque sia, questo è uno dei risultati che, garantisco, non riesce a trasmettere tutta la meraviglia di quell’incontro con le vette.
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Un paesaggio da favola
Dicevo, nel post precedente, che anche quelli non proprio bravissimi con la fotografia paesaggistica, a volte non faticano a raccontare un luogo con le immagini quando quel luogo è meraviglioso di suo. In Trentino, in una giornata fredda ma soleggiata, con le nuvole al posto giusto, persino un terrificante controluce può diventare un’ottima opportunità per documentare quel territorio. Un po’ di necessaria “rettifica” in post produzione per recuperare le ombre, e poi queste Dolomiti sullo sfondo che presto – la camminata è appena iniziata – raggiungeremo.
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Vette del Trentino
Non sono mai stato un appassionato della fotografia di paesaggio. Magari semplicemente per incapacità manifesta. Vai tu a saperlo. Insomma, finisce che ogni volta che si va da qualche parte, mi trovo sempre a fotografare persone, luoghi, situazioni, ma raramente i paesaggi. Succede però, com’è successo, che la la vacanza sia stata dedicata solo alle passeggiate in montagna, e allora cosa fai? Non fotografi. La fortuna ha voluto che ci fosse una tutto sommato discreta luce, che i paesaggi fossero già meravigliosi di loro e che difficilmente avrei potuto peggiorarli. Ad esempio, di fronte a uno squarcio del genere, in Trentino.
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Una foto dai trulli
Non ero mai stato ad Alberobello. Mi ha deluso parecchio. Oddio, non dico che non sia originale, unico. Ma la quantità di turisti e di paccottiglia relativa rovina tutto l’insieme. Al trentesimo “unico trullo originale storico” ti sei già rotto gli zebedei tra oggetti per i turisti, cartoline, calamite da attaccare alla porta del frigorifero e, nel caso specifico, anche un caldo dannato. Insomma, te ne vai da quel paese che deve essere stato meraviglioso senza esserti arricchito. Magari è stata una sensazione personale, ma è andata così.
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Bari, una bancarella
Ci sono elementi che, per qualche misteriosissima ragione, piacciono ai fotografi. Le biciclette, per esempio. Oppure i ponti. Ma anche le bancarelle. Ecco, questa è una bancarella nel centro storico di Bari, con il suo commerciante ambulante che, all’ombra delle viuzze del centro storico, in una caldissima giornata di luglio, aspetta clienti. E chiacchiera con quelli che conosce e che passano per strada