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Beata gioventù jazzistica
Il Lorenzo Simoni Quartet (Simoni il primo a sinistra) Beata gioventù. Avranno tutti più o meno vent’anni i quattro ragazzi (al sassofono, pianoforte, contrabbasso e batteria) che salgono sul palco un bel sabato pomeriggio d’ottobre mentre fuori c’è il sole e fa quasi caldo alle cinque e mezza del pomeriggio a Milano, il palco è quello della Camera del Lavoro per la rassegna musicale che va avanti da trentuno anni. GIovani, ma bravissimi, al punto da invidiare quella gioventù e quella tecnica, la semplicità di stare lì sul palco, la precisione dell’interplay, la leggerezza nel non tirarsela neppure troppo anche se il. batterista è un metronomo umano al fulmicotone e Lorenzo Simoni, il leader, mostra una tecnica che certamente arriva dall’aver frequentato la musica classica, cosa a cui trovo conferma sfogliando sul web e lo sorprendo in duo proprio a far della musica classica di qualità. Un’ora e mezza, forse meno, di brani originali, dove non manca un blues persino un po’ troppo frenetico e che conferma che il quartetto strizza senza dubbio l’occhio al pop jazz, ma solo perché le melodie non sono le solite costruite sulle altrettanto solite strutture armoniche e poi perché strizzare l’occhio quando suoni così, ebbè insomma vorrei riuscire a strizzarlo io quando suono da dilettante. Sarebbe da sentirli ancora ‘sti ragazzi tanto eleganti nel suonare, ma come al solito, qui nella Pavia dei monopoli, manco con il piffero che li troveremo. Peccato. Sì, peccato per davvero.
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Pronti a farsi fotografare
Se proprio siete senza modelle o modelli, una buona soluzione per fotografare, in particolare per fare ritratti, è partecipare a una manifestazione di cosplayer, ossia – genericamente – quegli appassionati di film, fumetti, personaggi, manga e metteteci un po’ di tutto, che si riuniscono in costume imitando personaggi appunto più o meno famosi. E di solito sono tutti disponibilissimi a farsi fotografare. Un giorno ho partecipato, ovviamente come fotografo, a un appuntamento del genere a Milano, scattando alcune immagini. Tra queste una serie di ritratti che, normalmente, non sarei riuscito ad ottenere (e probabilmente neppure a immaginare). I personaggi erano tutti ispirati a Star Wars (e credo di non averne riconosciuto uno).
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Fashion Factory
Il tentativo era chiaro: ottenere il contrasto tra gli operai all’esterno del negozio, in attesa di riprendere il lavoro, e la scritta “Fashion Factory”. Insomma, tra le tute e le magliette, abiti da fatica, senza alcun obiettivo di eleganza, e il senso della scritta, appunto collegata allo stile e alla moda. Più o meno è riuscito, ma tutto sommato convincente, direi.
Eleganza a Milano -
Beh, un giro in galleria…
Si può andare a Milano e non fare un giro in galleria? Non passare per piazza Duomo? Si può, in una affollatissima domenica d’ottobre, scattare una fotografia appena decente che racconti Milano, la galleria, la folla, la moda? Boh. Io ci ho provato con questa…